venerdì 6 maggio 2016
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SANAA S ulla vicenda di padre Tom Uzhunna-lil, il salesiano sequestrato da un commando estremista ai primi di marzo, è importante «tenere viva l’attenzione» e «mantenere aperto il canale comunicativo », senza per questo esercitare «pressioni » o alimentare «false speranze». È quanto sottolinea all’agenzia AsiaNews – rilanciata da Radio Vaticana – padre Francesco Cereda, vicario del Rettor maggiore dei Salesiani, interpellato a due mesi di distanza dall’assalto di un commando del Daesh al compound delle Missionarie della Carità di Aden, nel sud dello Yemen. È importante, prosegue il sacerdote, «coltivare la speranza attraverso la preghiera» perché «sappiamo che è ancora vivo» come ha dichiarato nei giorni scorsi monsignor Paul Hinder, vicario apostolico dell’Arabia meridionale. Dal 4 marzo scorso padre Tom Uzhunnalil è nelle mani del gruppo jihadista, che ha assaltato una Casa di riposo per malati e anziani delle missionarie della Carità ad Aden. Nell’attacco sono state massacrate quattro suore di Madre Teresa e altre 12 persone, presenti all’interno della struttura. Finora non vi sono state notizie certe sulla sorte del 56enne sacerdote nato a Ramapuram, vicino a Pala (Kottayam, Kerala). Nei giorni scorsi monsignor Hinder ha affermato che padre Tom «è ancora vivo» e ha ipotizzato un ritorno «imminente» alla libertà, anche se l’ottimismo iniziale si è purtroppo stemperato. Padre Tom Uzhunnalil
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