I bimbi a lezione in palestra
La scuola non è un diritto per gli studenti cristiani della Giordania. Non solo la povertà impedisce a bimbi e ragazzi della minoranza di accedere all’istruzione pubblica. Spesso, sono i gruppi radicali islamici che non tollerano di avere in aula, accanto ai propri figli, dei “diversi”. Se i cristiani sono profughi, poi, gli ostacoli diventano insormontabili. Per questo, attraverso Caritas Giordania, la Chiesa italiana ha deciso di sostenere l’educazione di tanti giovani cristiani iracheni e giordani in condizioni di indigenza. Il progetto, finanziato per il secondo anno consecutivo, prevede uno stanziamento in due tranche di 2 milioni e 90mila euro, interamente finanziato con i fondi dell’ 8xmille.
L’obiettivo è garantire a 2mila ragazzi – 1.400 rifugiati dall’Iraq e seicento locali – la possibilità di frequentare istituti privati per l’anno scolastico in corso. Due settimane fa, sempre attraverso Caritas Giordania, la Conferenza episcopale italiana (Cei) aveva destinato due milioni e 200mila euro dei soldi dell’8xmille per pagare l’affitto a settecento famiglie di profughi iracheni, per il prossimo anno. Si tratta di persone fuggite dalla piana di Ninive, con solo gli abiti che avevano indosso, nel drammatico agosto 2014, quando il Daesh conquistò la regione. Ora, queste famiglie potranno avere una sistemazione più stabile ad Ammam, Madbah, Zarqa e Balqa.
A metà ottobre, monsignor Nunzio Galantino, segretario della Cei, si era recato proprio in Giordania per testimoniare la solidarietà della Chiesa italiana con le vittime del conflitto. In particolare, monsignor Galantino era stato in visita nel campo profughi di Zaatari, uno dei più grandi al mondo: in esso vivono ben ottantamila rifugiati provenienti dalla Siria.