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Molto è cambiato dall’ultima volta che Joe Biden ha incontrato di persona Xi Jinping a margine del vertice del G20 a Bali, quasi un anno fa. Eppure, i due leader si trovano ora in una posizione piuttosto simile in vista del nuovo incontro di mercoledì a margine del vertice Apec a San Francisco.
Il tono delle relazioni bilaterali è meno stridulo rispetto a 12 mesi fa, quando Pechino aveva risposto aggressivamente alla visita dell’allora presidente della Camera Usa Nancy Pelosi a Taiwan. L’incontro Xi-Biden di quest’anno arriva, invece, dopo una serie di missioni ad alto livello a Pechino da parte di funzionari dell’Amministrazione Usa durante l’estate e una visita a Washington in ottobre da parte del responsabile della politica estera cinese, Wang Yi. Ma i legami restano tesi e la posta in gioco è probabilmente ancora più alta a causa della rispettiva posizione in patria dei due leader e delle crisi globali che sembrano moltiplicarsi: due fattori che li costringono a dimostrare risolutezza nei confronti della controparte.
Nel 2024, il capo della Casa Bianca dovrà affrontare una campagna presidenziale in cui la Cina avrà un ruolo di rilievo. Ciò dà a Biden poca voglia di mostrare un ammorbidimento nei confronti del Dragone, sia che si tratti delle restrizioni alle vendite di tecnologia Usa, di sostegno a Taiwan o di critiche sulle violazioni dei diritti umani. Allo stesso tempo, però, non può ignorare che il 78% degli americani ritiene «molto importante» evitare lo scontro con la Cina.
Xi continua a fare i conti con un’economia fragile, con consumi deboli, un mercato immobiliare in difficoltà, rallentamento delle esportazioni e calo della fiducia degli investitori stranieri. Queste vulnerabilità aumentano il timore del leader cinese a essere percepito come debole nei suoi rapporti con gli omologhi stranieri. Allo stesso tempo, le sfide economiche rendono necessario per Xi dimostrare che sta lavorando per stabilizzare le relazioni con gli Stati Uniti e rafforzando la fiducia degli investitori stranieri per migliorare le prospettive di crescita del suo Paese.
Ecco perché entrambi i capi di Stato probabilmente si concentreranno su un piccolo numero di risultati concreti per il prossimo anno. Un obiettivo potenziale potrebbe essere la creazione di un canale dedicato per discutere le norme sull’intelligenza artificiale, sulla base del vertice sulla sicurezza dell’IA nel Regno Unito, dove la Cina ha firmato un patto di collaborazione con gli Stati Uniti e molti dei suoi alleati. Poi possono essere ampliati i contatti sui controlli delle esportazioni e sulle questioni commerciali, già annunciati dal Segretario al Commercio Usa Gina Raimondo ad agosto. Realistico, anche se non facile, è anche un migliore coordinamento tra le forze dell’ordine di entrambi i Paesi nella lotta al traffico di fentanil e dei suoi componenti.
Anche la fornitura di assistenza umanitaria a Gaza può portare risultati misurabili, ma soprattutto, insieme agli altri obiettivi, può aiutare sia Biden che Xi a provare che sono decisi a tenere aperte linee di comunicazione ad alto livello, anche militare, indicando così all’opinione pubblica nazionale il loro impegno a stabilizzare la relazione bilaterale, senza rinunciare ai propri valori.