Un fermo immagine tratto dall'emittente WFBO mostra un nuovo episodio di violenza poliziesca negli Usa, il 5 giugno 2020. Due agenti della polizia di Buffalo, nello stato di New York, spingono e fanno cadere a terra Martin Gugino, di origini italiane, 75 anni. L'anziano è rimasto immobile sul selciato perdendo sangue da un orecchio, per ora non identificato, che si avvicina ad un gruppo di agenti in tenuta antisommossa: un poliziotto lo spinge con un bastone e un altro con la mano e l'uomo cade all'indietro e sbatte la testa sul marciapiede, ferendosi - ANSA/ FRAME EMITTENTE WFBO
Manuel Ellis è morto durante l’arresto a Tacoma, nello Stato di Washington, lo scorso 3 marzo: mentre in tutti gli Stati Uniti continuano le proteste per l’omicidio di George Floyd un altro video sui metodi della polizia nei confronti degli afroamericani arriva a sconvolgere gli Usa: il New York Times ha diffuso il filmato girato da una donna che ha assistito al brutale arresto del 33enne afroamericano Manuel Ellis a Tacoma, nello Stato di Washington, il 3 marzo sera.
La donna si è fatta avanti per denunciare che gli agenti sono stati talmente violenti che lei ha urlato loro di "smettere di picchiarlo". Sara McDowell, che era in un'auto dietro gli poliziotti, ha riferito ieri al New York Times di aver visto Ellis avvicinarsi all'auto della polizia sul tardi la notte del 3 marzo per quella che all'inizio pensava fosse una conversazione amichevole. Ma la situazione è cambiata improvvisamente, ha detto la donna, quando un agente ha aperto la portiera dell'auto e ha buttato a terra Ellis.
La polizia ha fornito un racconto diverso, dicendo che Ellis ha iniziato il confronto quando ha sollevato un agente e lo ha gettato a terra, spingendo gli altri agenti a muoversi per trattenerlo. McDowell, che ha registrato parti dello scontro in video, sostiene invece che la violenza della risposta della polizia le era sembrata non provocata.
In brevi video ripresi dalla signora McDowell, si vedono gli agenti prendere a pugni Ellis, 33 anni, mentre era a terra. In uno dei filmati, si sente la voce della donna che li chiama: "Fermi. Oh mio Dio, smettetela di colpirlo. Arrestatelo e basta". "Ero terrorizzata per la sua vita, onestamente", ha detto Sara McDowell. "Il modo in cui l'hanno attaccato non aveva senso per me. Andai a casa e mi sentii male". Ellis è morto nei minuti successivi al suo arresto dopo aver supplicato: "Non riesco a respirare", come è successo ad altri uomini di colore morti in custodia della polizia, tra cui George Floyd.
A Buffalo, nello Stato di New York, intanto venerdì è scoppiato un altro caso drammatico, immortalato da un video che ha fatto il giro del web: due agenti hanno spintonato un uomo di 75 anni, che è caduto sbattendo violentemente la testa e ha iniziato a perdere sangue mentre il gruppo di poliziotti inizialmente non interveniva per soccorrerlo. I due agenti, sospesi dal servizio, oggi sono comparsi davanti a un giudice e accusati di aggressione; si sono detti non colpevoli e sono stati rilasciati senza fissare alcuna cauzione. Dopo la loro sospensione per solidarietà tutti i 57 colleghi dell'Emergency Response Team del dipartimento di polizia di Buffalo si sono dimessi dalla squadra rapida d'intervento.
Il video con l'accaduto ha "profondamento disgustato" il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo. L'identità dell'uomo, Martin Gugino, è stata confermata dall'ufficio di Cuomo. Gugino è ricoverato in ospedale in condizioni gravi ma stabili, secondo le autorità. In un video si vede un poliziotto spingere l'anziano. Questi cade restando immobile e perdendo sangue da un orecchio. Ma il poliziotto se ne disinteressa e va oltre, mentre un altro agente gli si avvicina non per soccorrerlo ma con fare minaccioso, pur vedendo l'uomo immobile. A questo punto un altro poliziotto lo allontana.
Il presidente «assediato» copre le rivolte con i buoni dati economici: +2,5 milioni di posti di lavoro. E rivendica il superamento della pandemia: «Ora riapriamo». Oggi il grande corteo a Washington
Quella barriera che aveva intenzione di costruire al confine con il Messico – e di cui ha fatto la sua vera cifra elettorale, con la sua sfiancante retorica antimigranti – per ora Donald Trump ha dovuto erigerla davanti alla Casa Bianca.
Mentre Washington si appresta oggi a vedere in strada fino a un milione di persone in nome della lotta contro la disuguaglianze razziali rinfocolata dalla morte dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis per mano di un poliziotto bianco, il presidente è costretto a “barricarsi” in quella che da tradizionale “People’s house”, la casa della gente, si sta trasformando nel suo fortino.
Rinfrancato dai dati sull’economia e sull’occupazione, che tornano a crescere dopo il drammatico record negativo di aprile causato dall’emergenza coronavirus, Trump ha provato ieri a sviare argomento da una gestione quanto meno divisiva delle proteste di strada, gestione che lo ha visto tra l’altro paventare l’uso dell’esercito delle strade secondo una linea contraria anche allo stesso Pentagono. «Questi numeri sono incredibili », ha detto ieri il presidente Usa evidenziando la creazione di 2,5 milioni di posti di lavoro a maggio. Ad aprile il crollo degli addetti era stato di 20,5 milioni e gli analisti si aspettavano ora una discesa di 8 milioni di occupati. Il tasso di disoccupazione frena al 13,5%, contro il 14,7% di aprile e un atteso aumento al 19,8%. Trump ha predetto un rapido rimbalzo per l’economia Usa, che è stata in gran parte chiusa per la diffusione del coronavirus: ha detto di aspettarsi un «ottimo» luglio e agosto e un autunno «spettacolare ». E ha aggiunto, riferito al caso Floyd: «Speriamo che George stia guardando giù in questo momento e dica “questa è una gran cosa per il nostro Paese”». «Torneremo ad avere la più grande economia di qualsiasi parte del mondo», ha sottolineato, rivendicando il mancato sorpasso dell’economia cinese.
Dopo essersi definito un «forte ambientalista» («ma il Green New Deal sarebbe un disastro »), il presidente Usa ha quindi esortato la riapertura di tutte le attività economiche ancora chiuse a causa del coronavirus, visto che la pandemia è orma negli Usa «di gran lunga superata» grazie al lockdown. Mentre i mercati brindano su entrambe le sponde dell’Oceano (Milano+2,8%), Washington vedrà oggi per il caso Floyd una delle più grandi manifestazioni di protesta degli ultimi tempi. Il presidente ha fatto erigere un’ulteriore barriera metallica intorno alla Casa Bianca, una sorta di «muro anti–proteste», dopo che lo scorso fine settimana si erano verificati scontri davanti al complesso. Il presidente era stato anche portato dagli uomini dei servizi nel bunker interno per circa un’ora.
La barriera chiude una parte di Pennsylvania Avenue e resterà in piedi almeno fino a mercoledì prossimo. La sindaca democratica di Washington, Muriel Bowser, ha espresso la sua preoccupazione sulla possibilità che la barriera non sia temporanea, «come triste conferma che questa Casa Bianca ed i suoi inquilini devono stare dietro ad un muro».
E ha rinominato “Black lives matter Plaza” lo spiazzo coinvolto. Il Pentagono, da parte sua, ha iniziato a rimandare a casa le centinaia di militari spostati nei giorni scorsi nella regione, mossa che era stata criticata come il segnale di una possibile militarizzazione della capitale. Trump ha minacciato di invocare l’Insurrection Act e di ordinare alle forze militari federali di svolgere azioni di polizia, ipotesi cui il capo del Pentagono Mark Esper si è opposto.
Il nuovo lavoro di Banksy
Sempre molto sensibile ai risvolti sociali dell'attualità, Banksy ha pubblicato una nuova opera d'arte, ispirata all'uccisione di George Floyd. Sulla sua pagina Instagram, lo street artist dall'indentità misteriosa ha pubblicato tre foto: la prima ritrae un particolare dell'opera, il ritratto di un uomo nero senza volto definito; la seconda mostra l'opera nella sua interezza e svela che il quadro ha accanto una candela, la cui fiamma sta incendiando la bandiera americana che sovrasta la scena di quello che sembra un piccolo altare in memoria di un defunto; la terza contiene quella che appare come l'opinione dell'artista sulla vicenda Floyd e le proteste che ne sono seguite.
Il lavoro di Banksy - Instagram di Banksy / Ansa
"All'inizio - ha scritto Banksy - ho pensato che avrei dovuto semplicemente tacere e ascoltare le persone di colore su questo problema. Ma perché dovrei farlo? Non è un loro problema. È mio", ha sottolineato. "Le persone di colore sono tradite dal sistema. Il sistema bianco", ha aggiunto l'artista.