La polizia greca ha cominciato all'alba a sgomberare il campo improvvisato di migranti e rifugiati di Idomeni, alla frontiera con la Macedonia, dove si trovano più di 8.400 persone. Il portavoce del servizio greco di coordinamento della crisi migratoria, Giorgos Kyritsis, ha reso noto che l'evacuazione si svolge "lentamente" e "con calma". I primi due pullman hanno già abbandonato l'accampamento verso qualcuno dei nuovi centri aperti dalle autorità nel nord della Grecia.
Circa il 40% di loro sono minori. L'allarme di Save the Children: «Vanno tutelati». LE FOTO
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Varie centinaia di poliziotti hanno bloccato l'accesso al
campo, che versa in condizioni squallide, e già durante la
notte hanno chiesto ai media e ai volontari di abbandonare la
zona. La polizia, con l'aiuto di interpreti, ha cominciato
nella notte a informare i rifugiati dell'operazione di
trasferimento.
Secondo la televisione pubblica greca, il clima per ora è
tranquillo e molti rifugiati aspettano con calma i pullman che
li trasferiranno. "L'operazione è cominciata verso le 6 e
si svolge a ritmo lento e con calma, non è necessario usare la
forza", ha dichiarato il portavoce, che lunedì aveva avvisato
che lo sgombero sarà "graduale" e potrebbe durare anche "dieci
giorni".
Nel corso della giornata di ieri, 2.500 persone erano già state portate in strutture organizzate. Negli ultimi quattro mesi, tra 9mila e 14mila rifugiati e migranti hanno alloggiato nel campo di Idomeni, al confine tra Grecia ed Ex Repubblica Jugoslava di Macedonia; circa il 40% di loro sono bambini.
Save the Children lancia l'allarme minori e chiede alle autorità greche di assicurarsi che l'evacuazione in corso nel campo informale di Idomeni nel nord della Grecia avvenga in modo pacifico e che ai bambini venga fornita la protezione di cui hanno bisogno durante tutto il procedimento. L'Organizzazione esprime anche preoccupazione circa la mancanza di servizi di base e specializzati, in particolare per i minori che viaggiano soli, nelle strutture in cui rifugiati e migranti verranno trasferiti. "Le autorità responsabili del processo di ricollocamento devono tenere in considerazione il superiore interesse di ogni famiglia o bambino: più facile a dirsi che a farsi in un processo dove vengono ricollocati in massa gruppi di persone vulnerabili", afferma Amy Frost, Responsabile della risposta alla crisi dei rifugiati in Grecia di Save the Children.
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