mercoledì 25 marzo 2015
​La preghiera del Consiglio permanente della Cei nel giorno che ricorda gli operatori pastorali uccisi.
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In silenzio davanti all’Eucaristia. Ognuno riascoltando nel cuore ciò che le orecchie hanno udito poco prima. «Per le gesta così gloriose dei santi martiri, per cui dovunque la Chiesa fiorisce, noi vediamo con i nostri stessi occhi quanto sia vero quello che abbiamo cantato: preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi santi, preziosa davanti a noi, preziosa davanti a Colui per il cui nome è avvenuta». Sembrano parole scritte oggi, eppure sono antiche più di millecinquecento anni e portano la firma di sant’Agostino. Ieri sera sono risuonate nella cappella della sede della Cei, a Roma, dove i cardinali e i vescovi del Consiglio permanente della Cei, si sono riuniti per un momento di preghiera, al termine della seconda giornata dei lavori, coincisa con la memoria dei martiri, missionari e laici, dei nostri giorni (26 solo nel 2014). «A tutti loro – aveva detto lunedì pomeriggio il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco nella prolusione con cui aveva aperto la sessione del parlamentino dei vescovi – vogliamo fare sentire la vicinanza dell’amore nostro e delle nostre comunità, nonché la commossa gratitudine per l’esempio di intrepida fede. Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani».  La preghiera dei cardinali e vescovi si è svolta nella forma dell’adorazione eucaristica. Durante la liturgia, è stata proclamata una pagina del Vangelo di Giovanni, quella in cui Gesù confida agli apostoli: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità in verità vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore produce molto frutto. Chi ama la propria vita – aggiunge Gesù – la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna». È la prefigurazione del martirio, cui per primo sarebbe andato incontro il Signore. E infatti sant’Agostino nel brano tratto da uno dei suoi discorsi e proclamato a commento della pagina evangelica, afferma: «Il prezzo di queste morti (le morti dei martiri cui aveva fatto riferimento precedentemente, ndr) è la morte di uno solo. Quanti ha comperato morendo quel solo che, se non fosse morto, avrebbe lasciato il chicco di grano nell’impossibilità di moltiplicarsi». E qui il vescovo di Ippona cita proprio il passo del Vangelo di Giovanni. Per poi proseguire: «Sulla Croce, infatti, egli operò una grande compera: là sborsò il nostro prezzo; quando il suo fianco fu aperto dalla lancia del soldato che lo colpì, ne sgorgò il prezzo di tutto il mondo ». Sant’Agostino quindi conclude: «Furono comprati i fedeli e i martiri, ma la fede dei martiri venne messa alla prova; il sangue ne è testimone. Quello che per loro fu speso, lo restituirono, e così adempirono ciò che san Giovanni dice: come Cristo ha dato per noi la sua vita, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli».  Il grande santo parlava per i martiri dei primi secoli. Ma le sue parole si attagliano perfettamente anche alla vicenda di chi testimonia Cristo con la vita nel terzo millennio. Al termine della preghiera i cardinali e vescovi del Consiglio permanente hanno invocato: «Signore, spezza con la mitezza del tuo cuore ogni rancore e vendetta. Spezza con la tua potenza creatrice ogni violenza contro la vita umana». Espressioni di perdono e di misericordia. Come aveva detto lunedì Bagnasco, «non sarà una macabra bandiera nera issata al posto di una croce che potrà uccidere l’amore di Cristo: esso è ben piantato nel cuore dei suoi discepoli».
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