Il boss Jimmy Chérizier alias Barbecue - Reuters
Il Consiglio presidenziale di transizione resta sulla carta. Nella realtà l'organismo incaricato di trovare una via d'uscita al caos in cui è precipitata l'isola non riesce a formarsi a causa dell'opposizione della gang - rappresentante dal boss Jimmy Chérizier alias Barbecue - e dei loro referenti politici. Dopo il rifiuto del partito Pitit Dessalin, legato all'ex presidente Jean Bertrande Aristide, a partecipare come gli altri componenti delle forze parlamentari, il Consiglio - che dovrebbe sostituire il premier dimissionario, Ariel Henry - è rimasto bloccato.
Combattimenti a Port-au-Prince - Reuters
Nel frattempo, la violenza è dilagata per le strade di Port-au-Prince raggiungendo anche le colline di Petionville, quartiere residenziale dove in genere vivono gli stranieri. L'hotel Kinam è stato attaccato e la chiesa di San Giovanni Bosco si è trovata nel mezzo delle barricate. Poche ore prima, nella notte tra ieri e oggi, la casa di Frantz Elbé, capo della polizia locale era stata data alle fiamme. Di fronte all'ulteriore approfondirsi della crisi gli Usa stanno impiegando la strategia del bastone e della carota. Da una parte, il segretario di Stato, Antony Blinken, ha annunciato uno stanziamento di 25 milioni di dollari in aiuti che si aggiungono ai 33 milioni previsti all'inizio della settimana. Dall'altra, il suo portavoce, Matthew Miller ha minacciato un non meglio precisato «piano B» in caso il Consiglio di transizione venisse affossato.