L'epidemia di Ebola in Africa occidentale, che ha fatto finora più di 8.400 vittime, sembra rallentare, ma la battaglia contro la malattia non è finita. Lo ha detto l'inviato speciale delle Nazioni unite per l'Ebola, David Nabarro, in un'intervista a Reuters. "Il cambiamento dell'atteggiamento in cui speravamo, per cui lavoravamo e che aspettavamo sta ora avvenendo dappertutto", ha affermato Nabarro, notando che i centri di cura sono stati aperti in tutte le zone colpite e che le vittime vengono sepolte nel rispetto delle misure di sicurezza.
Intanto proseguono gli studi per un vaccino. Da Siena parte lo studio
Vsv-Ebovac, che avrà l'obiettivo di studiare la risposta immunitaria a
uno dei tre vaccini contro l'Ebola recentemente giudicati
dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come più promettenti
nella lotta all'epidemia esplosa in alcune regioni dell'Africa
occidentale. Al centro dello studio un candidato vaccino sviluppato da
scienziati canadesi. Il progetto, di imminente avvio e della durata di
tre anni, sarà coordinato da Donata Medaglini, per conto dell'Università di Siena e della Sclavo Vaccines Association (Sva).
Si tratta di uno dei primi otto progetti a cui è stato appena dato il
via attraverso il finanziamento da parte di Innovative Medicines
Initiative (Imi), partnership tra Unione Europea (Horizon 2020) e
Federazione Europea delle Industrie e delle Associazioni farmaceutiche
(Efpia), nell'ambito del programma Ebola+, che mira ad accelerare
tutti gli aspetti inerenti sviluppo, produzione e impiego di un
vaccino, nonché i relativi protocolli terapeutici e diagnostici.
Il progetto Vsv-Ebovac, finanziato con 3,9
milioni di euro, partirà dai trial clinici che si stanno effettuando
in Europa e Africa per portare avanti la fase di sviluppo del vaccino
omonimo (vaccino Ebola Zaire che impiega come vettore il virus della
stomatite vescicolare). Il progetto utilizzerà tecnologie
avanzatissime, per effettuare analisi dettagliate della risposta
immunitaria in campioni prelevati da partecipanti ai trial clinici,
prima e dopo la vaccinazione. Questo tipo di studio permetterà di
raccogliere informazioni fondamentali per valutare l'immunogenicità
del vaccino e la sua sicurezza.
"Ebola? Escludo che possa propagarsi anche in Europa. Il vaccino esiste, la risoluzione del problema, nei paesi del Terzo Mondo è solo di natura
clinico-infrastrutturale oltre che ovviamente economico". Lo ha
detto oggi al Cro di Aviano (Pordenone), nel corso di un
convegno, Robert Gallo, direttore dell'Institute of Human
Virology alla University of Maryland School of Medicine di
Baltimora e co-scopritore del retrovirus Hiv.