La Corte penale internazionale per i diritti umani ha condannato Jean-Pierre Bemba, ex vicepresidente della Repubblica Democratica del Congo, a 18 anni di carcere per i crimini di guerra commessi dalle sue truppe nella vicina Repubblica Centrafricana. I fatti contestati risalgono al 2002-2004 quando le milizie dell'ex signore della guerra portarono a compimento omicidi sommari e stupri di massa caratterrizzati da "particolare crudeltà" e "sadismo", per usare le parole del guidice della Cpi Sylvia Steiner.La pena arriva dopo la sentenza dello scorso 21 marzo, quando iltribunale dell'Aja aveva già riconosciuto Bemba penalmente responsabile per le uccisioni, gli stupri e i saccheggi commessi dalle sue milizie del Movimento per la Liberazione del Congo.
Arrestato vicino a Bruxelles il 24 maggio del 2008, l'ex capo militarenon si è mai dichiarato colpevole e i suoi legali hanno già annunciato di voler fare appello contro la sentenza. L'accusa aveva chiesto almeno 25 anni di carcere.
Si tratta comunque di una decisione storica. Per la prima volta infatti un comandante viene condannato per responsabilità diretta nelle azioni commessi dai suoi subordinati ed è stata preso in considerazione l'aggravante dello stupro di massa come arma di guerra.