sabato 25 aprile 2020
Le vittime nel mondo sono quasi 196mila. Per l'agenzia Onu non ci sarebbero prove sull'efficacia degli anticorpi
Disinfestazione di una moschea chiusa a Jammu in India

Disinfestazione di una moschea chiusa a Jammu in India - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI
Si avviano verso la soglia del 2,8 milioni i casi confermati di coronavirus nel mondo. Secondo il conteggio aggiornato della Johns Hopkins University, i contagi sono 2.790.986. In testa gli Stati Uniti, con 890.524 casi, seguiti da Spagna (219.764), Italia (192.994), Francia (159.495), Germania
(154.545), Gran Bretagna (144.635), Turchia (104.912), Iran (88.194), Russia (68.622), Cina (84.313). I decessi sono in tutto 195.920, con un aumento di 5.062 vittime rispetto ai dati rilevati ieri alla stessa ora.
Tutto questo mentre l'Oms avverte che non ci sarebbero ancora prove scientifiche che le persone che sono guarite dal Covid-19 abbiano anticorpi che proteggono da una seconda infezione. «A questo punto della pandemia non ci sono abbastanza evidenze sull'efficacia dell'immunità data dagli anticorpi per garantire l'accuratezza di un passaporto di immunità o un certificato di libertà dal rischio», fa sapere l'agenzia Onu.
Si aggrava il bilancio negli Usa
E mentre il presidente americano Donald Trump assicura che «la nostra strategia aggressiva contro il virus sta funzionando», i casi registrati negli Usa hanno raggiunto quota 890.524 casi di coronavirus negli Stati Uniti, con almeno 51.017 morti. Stando agli ultimi dati diffusi, sono 21.579 i nuovi casi segnalati e 1.130 i morti in più negli Usa in 24 ore. Man mano gli Stati iniziano a includere le morti probabili nei loro conteggi. Nei prossimi giorni, quindi, questi cambiamenti potrebbero portare a un aumento del numero di decessi nel Paese.
Cina senza nuove vittime
Per il nono giorno consecutivo, in Cina, non si sono registrati nuovi decessi legati al Covid-19: il bilancio ufficiale dei morti rimane così invariato a quota 4.632 a fronte di 82.816 casi. Finora 77.346 persone sono guarite. Solo 49 pazienti affetti dal coronavirus in Cina su un totale di 838 versano in condizioni critiche: si tratta del bilancio più basso dalla fine di gennaio. Lo ha reso noto la Commissione nazionale per la salute. Per la prima volta, inoltre, nessuno di questi casi si registra a Wuhan, la città epicentro del virus dove si contano ancora 23 casi di contagio. Secondo gli ultimi dati forniti sono stati registrati in Cina 12 nuovi contagi da coronavirus, 11 dei quali rilevati su persone arrivate dall'estero e uno su un cittadino nella provincia nord orientale di Heilongjiang, al confine con la Russia.
La Spagna respira
Torna a respirare la Spagna. Madrid ieri ha registrato 367 vittime, il bilancio giornaliero più basso da un mese a questa parte. Con l'ultimo dato il bilancio dei decessi provocati dal coronavirus in Spagna sale a quota 22.524 a fronte di un totale di 219.764 casi. Finora nel Paese sono guarite 92.355 persone.
Misure allentate in India
L'India comincia a togliere le restrizioni imposte per contrastare l'epidemia di Covid-19: alcuni negozi potranno cominciare a riaprire. Dalla fine di marzo, il lockdown che dovrebbe finire il 3 maggio consentiva l'apertura di soltanto alcuni negozi essenziali. I negozi che riapriranno, comunque, dovranno lavorare con metà del loro personale abituale. Dovranno essere indossate le mascherine e rispettate le regole di distanziamento. Il ministero dell'interno specifica che comunque le aperture non saranno consentite nelle zone rosse, quelle di contenimento. Il totale dei morti in India è di 780 persone, con 24.447 contagi accertati.
Canada, polemica con Pechino
Il Canada ha stabilito che un milione di maschere KN95 importate dalla Cina non soddisfano i suoi severi standard di sicurezza e quindi non possono essere distribuite agli operatori sanitari in prima linea nella lotta alla pandemia di coronavirus. Secondo la Public Health Agency of Canada «circa un milione di maschere KN95 risultano non conformi alle specifiche per le strutture sanitarie, e vengono valutati per l'uso in contesti non sanitari». Le mascherine del modello cinese KN95 sono simili alle N95 e alle FFP2 utilizzate in Europa. «Gran parte della fornitura mondiale è prodotta in Cina e il trasporto di materiali fuori dal Paese è estremamente complesso», ha dichiarato Anita Anand, ministro dei servizi pubblici e degli appalti. Visti anche i rapporti spinosi tra Ottawa e Pechino, in crisi fin dall'arresto di Meng Wanzhou, dirigente del colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei nel dicembre 2018 a Vancouver, il Canada sta aumentando la produzione in loco di mascherine e altre forniture mediche. Contratti sono già stati firmati con tre società canadesi per la produzione di 16 milioni di schermi medici per il viso. Tra queste General Motors, che inizierà a produrre un milione di maschere al mese per il governo canadese nel suo impianto di assemblaggio di Oshawa, che era stato chiuso a dicembre 2019. Grazie all'iniziativa, 50 dei 2.000 dipendenti licenziati potranno tornare al lavoro.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: