giovedì 23 novembre 2023
Elevato in numero di casi di piccoli cinesi, l'identificazione del virus non è completata. Ma gli esperti mettono in guardia da allarmismi. L'Organizzazione mondiale della Sanità sta approfondendo
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E’ ancora dall'Oriente che arriva un allarme sanitario a 4 anni dalla pandemia Covid. In molte metropoli cinesi è scattata l'emergenza sanitaria per una misteriosa polmonite che sta colpendo i bambini. Il primo 'alert' è arrivato da ProMed, un sistema di sorveglianza accessibile al pubblico che monitora le epidemie di malattie umane e animali in tutto il mondo, che ha emesso una notifica parlando di "polmonite non diagnosticata" nei bambini, con febbre alta e tracce nei polmoni, ma senza tosse. A fine 2019 era stato proprio ProMed a lanciare il primo allarme su un virus respiratorio sconosciuto, poi ribattezzato Sars-CoV-2. I media asiatici parlano soprattutto di Pechino e Liaoning come metropoli più colpite da questa epidemia di polmonite che avrebbe come sintomi la febbre alta e noduli polmonari. Gli ospedali sarebbero intasati dai casi e ci sarebbero molte classi nelle scuole falcidiate da bambini ricoverati.

Eric Feigl-Ding, noto epidemiologo che su 'X' ha seguito la pandemia, ha rilanciato l'allarme con diversi post e video che raccontano la situazione. Una prima ipotesi - secondo l'epidemiologo statunitense - è che questi casi siano riconducibili al "Mycoplasma pneumoniae", un batterio responsabile di patologie che interessano soprattutto l'apparato respiratorio. Potrebbe trattarsi di "'polmonite ambulante', che secondo alcuni fonti sarebbe in aumento in Cina", scrive Feigl-Ding che pubblicata foto di bambini con mascherine e flebo, ricoverati in ospedale che fanno i compiti per la scuola. "Che razza di mondo", è il commento finale dello scienziato.

Dopo le restrizioni del Covid

Se questa polmonite misteriosa nei bambini sta mettendo di nuovo a dura prova il sistema sanitario cinese, alcuni esperti fanno notare che potrebbe essere la conseguenza della revoca delle restrizioni post pandemia nel gigante asiatico. Lo stesso infatti è accaduto in Europa e in Usa lo scorso inverno, con un'epidemia di casi di virus respiratorio sinciziale nei bambini e una stagione influenzale 2022-2023 più pesante. I sintomi della 'polmonite ambulante' - che generalmente colpisce i bambini piccoli - includono mal di gola, affaticamento e tosse persistente che può durare settimane o mesi. Nei casi più gravi può eventualmente degenerare in polmonite. "Si tratta della prima ondata di infezioni da Mycoplasma pneumoniae da quando la maggior parte delle misure di contenimento anti-Covid sono state revocate all'inizio di quest'anno", ha spiegato Zhou Huixia, direttore del Children's Medical Centre del Seventh Medical Center of the Chinese Pla General Hospital, in un'intervista al 'China Daily'. "L'ondata è apparsa particolarmente aggressiva dopo la festa della Festa Nazionale all'inizio di ottobre - ha aggiunto - Rispetto agli anni precedenti abbiamo riscontrato più pazienti con infezioni miste, resistenza ai farmaci e polmonite lobare".

Anche l'Oms chiede informazioni

Anche l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha chiesto ufficialmente alla Cina di fornire informazioni dettagliate sull'aumento delle malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini dopo che la Commissione sanitaria nazionale di Pechino, in una conferenza stampa del 13 novembre, ha segnalato una crescita del fenomeno nel Paese. L'agenzia sanitaria dell'Onu, in una nota, ha affermato che le autorità cinesi hanno attribuito il rialzo dei casi alla revoca delle restrizioni anti-Covid e alla circolazione di agenti patogeni come l'influenza, il micoplasma pneumoniae (un'infezione batterica comune che colpisce i bambini più piccoli), il virus respiratorio sinciziale e il virus che causa il Covid-19. Le autorità cinesi, inoltre, hanno sottolineato la necessità di rafforzare la sorveglianza in strutture sanitarie e comunità, nonché di rafforzare la capacità di gestione del sistema sanitario. Sia la Cina sia l'Oms hanno dovuto affrontare dubbi sulla trasparenza della segnalazione dei primi casi di Covid-19 emersi nella città di Wuhan già alla fine del 2019. L'agenzia di Ginevra ha riferito anche che gruppi, tra cui il Programma per il monitoraggio delle malattie emergenti, hanno segnalato focolai di polmonite non diagnosticata nei bambini nel nord della Cina e non è chiaro se i casi siano associati all'aumento complessivo delle infezioni respiratorie segnalato in precedenza dalle autorità cinesi o ad eventi separati. Per questo motivo, l'Oms ha richiesto ulteriori informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio su questi focolai segnalati tra i bambini, attraverso il meccanismo del Regolamento sanitario internazionale. In particolare, da metà ottobre l'Oms ha detto che la Cina settentrionale ha segnalato un aumento di malattie simil-influenzali rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti: in attesa di ulteriori informazioni, l'agenzia ha raccomandato di seguire le misure più adeguate per ridurre il rischio di contagio, basate su vaccino, distanza dalle persone malate, autoisolamento in caso di infezione, test e cure mediche secondo le necessità. Infine, l'uso delle mascherine a seconda dei casi, una buona ventilazione degli ambienti e il lavaggio regolare delle mani.

Acqua sul fuoco

Pechino getta comunque acqua sul fuoco. "Abbiamo continuato a prestare attenzione alla diagnosi e al trattamento dei bambini in un periodo di alta incidenza di malattie infettive". Lo hanno assicurato i funzionari della Commissione sanitaria nazionale cinese, in un'intervista all'agenzia di stampa statale Xinhua, pubblicata dopo che l'Organizzazione mondiale della sanità ha chiesto alla Cina di fornire "dettagliate informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio", sull'aumento di malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bimbi. L'autorità sanitaria del gigante asiatico spiega di aver dato indicazioni a livello locale, allertando i centri di assistenza primaria, così da migliorare la capacità di diagnosi e cura e l'efficienza nell'identificazione e nell'adeguata gestione dei casi gravi.

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