mercoledì 8 novembre 2023
Dopo lo scarso risultato del contributo alla riparazione degli elettrodomestici, Parigi ci riprova con il bonus per calzolai e sarte. In nome dell'economia circolare
Un giovane calzolaio al lavoro

Un giovane calzolaio al lavoro - IMAGOECONOMICA

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Dopo gli aiuti per far riparare le biciclette e gli elettrodomestici, arrivano quelli per i rammendi dei vestiti o per le risuolatura delle scarpe.

In nome dell’economia circolare e del prolungamento della durata di vita dei beni di consumo, è la strada praticata sempre più dalla Francia, dove si osserva un parallelo ritorno dei giovani alle professioni artigianali del settore.

Un nuovo «bonus riparazioni» appena lanciato permetterà di ottenere uno sconto presso una rete di 600 artigiani convenzionati. È esclusa la biancheria di casa, ma non ad esempio la riparazione di un prezioso cappello tramandato da una generazione all'altra.

Come ha spiegato il ministro della transizione ecologica, Christophe Béchu, l’obiettivo è ancora una volta di attivare il duplice beneficio dei cosiddetti "ecogesti" della vita quotidiana: buoni per l’ambiente, certo, ma anche per il portafoglio, tanto più in questa congiuntura segnata dall’inflazione.

A pilotare l’iniziativa governativa è l’organismo Refashion, incaricato pure di affiancare l’industria sul cammino verso un nuovo modello virtuoso, del resto già approvato pure dall’Europarlamento.

Come funziona il "bonus riparazioni"?

Chiunque potrà recarsi dai 600 riparatori convenzionati, beneficiando ad esempio di 25 euro di riduzione per la nuova suola alle scarpe o di 7 euro per rammendare un fastidioso buco in un bel maglione. Se lo stesso maglione ha altri difetti, come delle lacerazioni, è possibile cumulare diverse riduzioni, senza poter superare il 60% del costo totale delle riparazioni. Saranno indennizzate solo le riparazioni vere e proprie, ma non i ritocchi o altre modifiche, come l’orlo ai pantaloni nuovi o qualsiasi correzione per ragioni di vestibilità o semplicemente estetiche.

Quanto riparano i francesi?

Secondo i dati ministeriali, i francesi hanno fatto riparare 16 milioni d’indumenti nel 2019, prima del confinamento. Troppo poco, soprattutto rispetto alla continua crescita degli acquisti di capi nuovi, per un totale di 826mila tonnellate nel 2022. L’obiettivo ufficiale è di superare i 20 milioni d’indumenti riparati nei prossimi anni.

Quanto "vale" il bonus?

In termini finanziari, la dotazione del nuovo ‘fondo riparazioni’ sarà di 154 milioni di euro per il quinquennio 2023-2028. Inoltre, la Francia spera d’imparare dai propri errori, dato che il precedente bonus per la riparazione degli elettrodomestici e dei prodotti informatici non ha davvero sedotto i francesi, per via soprattutto degli sconti troppo contenuti rispetto alla fattura media delle riparazioni in quel settore.

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