lunedì 3 aprile 2023
Gli ha consegnato la statuetta con l'esplosivo in un caffè. "Arrestato anche un uomo". Mosca accusa i servizi di Kiev e l'organizzazione del dissidente Navalny
Tatarsky

Tatarsky - Reuters

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Il presidente russo Vladimir Putin ha decorato con un'onorificenza postuma il blogger militare nazionalista Vladlen Tatarsky, ucciso ieri in un attentato a San Pietroburgo. "Conferimento (postumo) dell'Ordine del Coraggio a Maxim Yuryevich Fomin (Vladlen Tatarsky), un corrispondente militare, per il coraggio e il valore manifestati durante il servizio", si legge in un decreto pubblicato in serata, secondo quanto riporta Interfax.

"Ho portato una statuetta che poi è esplosa": così Darya Trepova, la donna ora accusata di terrorismo e indicata come l'autrice dell'attentato di ieri un un caffè di San Pietroburgo, ha risposto alla domanda dei servizi di sicurezza che l'hanno interrogata dopo l'arresto avvenuto in mattinata. Niente di più che possa far luce sul ruolo da lei effettivamente svolto né, soprattutto, sui mandanti. Il marito ha affermato che la ventiseienne è stata "incastrata". Ma per i servizi antiterrorismo di Mosca non c'è dubbio che a pianificare l'attentato che ha ucciso il blogger nazionalista Vladlen Tatarsky (al secolo Maksim Fomin) e ferito una trentina di persone siano stati i servizi di Kiev. Con un non meglio precisato appoggio di "collaboratori" del Fondo anti-corruzione dell'oppositore Alexei Navalny.

La stessa Trepova, secondo la versione dei russi, sarebbe "una sostenitrice attiva" del Fondo anti-corruzione. Ma un socio di Navalny, Ivan Zhdanov, ha respinto le accuse, affermando che le autorità sembrano alla ricerca "non solo di un nemico assoluto esterno sotto forma dell'Ucraina, ma anche di uno interno sotto forma della squadra di Navalny".

"Non penso a quello che succede a San Pietroburgo o a Mosca, a quello deve pensarci la Russia, io penso al nostro Paese", ha detto da parte sua il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ieri sera, poco dopo l'esplosione, il suo consigliere Mykhailo Podolyak aveva affermato che l'attentato è un regolamento di conti interno alla Russia.

Anche l'Institute for the Study of War (Isw), organizzazione americana impegnata nel sostegno alla politica militare di Washington, parla di una faida interna, ipotizzando "un tentativo di intimidire altri blogger militari affiliati alla Wagner", la compagnia militare privata guidata da Yevgeny Prigozhin, che non risparmia critiche alla conduzione dell'operazione in Ucraina da parte dei vertici militari. Per corroborare queste affermazioni Isw cita un commento criptico del capo della milizia militare privata, Yevgeny Prigozhin: "Non accuserei il regime di Kiev di queste azioni, penso che stia operando un gruppo di radicali", ha affermato Prigozhin.


Secondo Prigozhin, l'uccisione di Tatarsky presenta analogie con quella avvenuta nell'agosto scorso nei pressi di Mosca di Darya Dugina, figlia del filosofo ultranazionalista Alexander Dugin. Anche in quel caso Kiev, accusata dalle autorità russe, aveva negato ogni coinvolgimento e si era parlato di possibili regolamenti di conti interni. Ma un mese e mezzo dopo fonti americane avevano detto al New York Times che dietro l'attentato c'erano effettivamente i servizi ucraini, non si sa se all'insaputa o meno di Zelensky.
Sull'esplosione avvenuta ieri sera nello Street Food Bar N. 1 nel distretto Vasileostrovsky di San Pietroburgo restano dunque molti interrogativi. In questo locale Tatarsky, blogger e inviato di guerra originario del Donbass, stava tenendo una conferenza organizzata dal gruppo nazionalista Cyberfront Z.

Secondo il sito Fontanka, il bar apparteneva almeno in passato allo stesso Prigozhin. Ad esplodere sarebbe stata una statuetta consegnata come regalo a Tatarsky da Darya Trepova.

In un video ripreso da telecamere di sicurezza e diffuso da vari canali Telegram si vede la donna, con lunghi capelli biondi e un lungo cappotto, mentre entra nel locale portando un pacco.

In un altro video diffuso dal Comitato investigativo russo dopo l'arresto si vede la Trepova, con i capelli corti, mentre risponde alle domande di chi la interroga. La giovane dice di avere consegnato lei la statuetta. Ma alla domanda "chi te l'ha data?" risponde: "Posso dirlo dopo?".

Secondo la ricostruzione di alcuni canali Telegram, dopo aver consegnato la statuetta Darya Trepova si sarebbe allontanata per raggiungere un appartamento che aveva preso in affitto. Qui si sarebbe tagliata i capelli. Poi è uscita nuovamente e dopo avere cambiato diversi taxi avrebbe raggiunto la casa di un conoscente, Dmitry Kasintsev. Anche quest'ultimo, secondo quanto riferito dal marito della donna al sito Insider, è stato fermato con lei quando, stamane, gli agenti dei servizi di sicurezza hanno fatto irruzione nell'appartamento.

Sempre parlando con Insider, il marito di Darya Trepova, Dmitry Rylov, l'ha difesa raccontando che la moglie gli aveva parlato della statuetta da consegnare, ma che non sapeva della presenza dell'esplosivo all'interno. "Darya è stata incastrata e usata", ha aggiunto Rylov.

Chi era il blogger ucciso

Vladlen Tatarsky (vero nome Maxim Fomin), 40 anni, era diventato noto all'inizio dell'invasione russa in Ucraina pubblicando video quotidiani intitolati Vecherny Vladlen (Evening Vladlen) in cui analizzava l'andamento della cosiddetta operazione speciale, dando anche consigli tecnici alle truppe mobilitate. Vicino a Yevgeny Prigozhin, il capo della milizia privata russa Wagner, è morto in quello che stando ai media ucraini era proprio uno dei locali dello 'chef di Putin', lo Street Food Bar, tra la Neva e l'Università.

Il gruppo Cyber ;;Front Z, che sui social si autodefinisce "i soldati dell'informazione russa", ha rivelato di aver affittato il caffè per una serata dibattito dove lo stesso blogger avrebbe dovuto prendere la parola. "Abbiamo preso alcune misure di sicurezza ma purtroppo non sono bastate", ha riferito il gruppo su Telegram.

Tatarsky, seguitissimo sui social con oltre mezzo milione di follower su Telegram, aveva girato e postato un video della cerimonia al Cremlino dove il presidente russo Vladimir Putin pronunciò il discorso dell'annessione delle regioni ucraine di Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. Tatarsky in passato non aveva risparmiato critiche ai vertici militari russi dopo alcune disfatte subite e per l'inefficienza delle stesse truppe di Mosca.

Lo scorso agosto l'uccisione di Darya Dugina

Si tratta del secondo assassinio sul suolo russo di una figura di alto profilo associata alla guerra in Ucraina. Lo scorso agosto il servizio di sicurezza federale russo accusò i servizi segreti ucraini di aver ucciso Darya Dugina, la figlia di un ultranazionalista, in un attentato con un'autobomba vicino a Mosca. L'Ucraina ha però negato il suo coinvolgimento.

L'attentato arriva in un momento in cui le forze di Mosca registrano fallimenti in Donbass, e la Russia è sempre più isolata sul piano internazionale. Tuttavia Washington mantiene un canale aperto con Mosca con il preciso obiettivo di liberare il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, accusato di spionaggio. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, al telefono con il ministro degli Esteri Serghiei Lavrov, ne ha chiesto l'immediato rilascio. La risposta non poteva essere più secca: "Tocca a un tribunale decidere della sua sorte". A conferma del gelo persistente, Maria Zakharova si è scagliata contro l'Occidente per la sua mancata reazione alla morte di Tatarsky: è una cosa che "parla da sola, nonostante le loro preoccupazioni per il benessere dei giornalisti e della stampa libera".

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