L'ex sindaco di New York, Michael Bloomberg, potrebbe correre con i democratici per la presidenza degli StatiUniti. Secondo le anticipazioni del New York Times il miliardario statunitense starebbe maturando la decisione perché, ha fatto sapere, i candidati democratici attualmente in corsa per la nomination del partito "non sembrano ben posizionati" per battere Donald Trump.
Secondo il New York Times, il 77enne Bloomberg avrebbe preparato i documenti per presentare la sua candidatura alle primarie dem in Alabama prima della scadenza fissata dallo Stato per venerdì 8 novembre ma non avrebbe ancora preso una decisione finale. Il deposito dei documenti gli consente di lasciarsi la porta aperta nel caso sciogliesse le riserve e decidesse di sfidare Trump. A spingere Bloomberg a considerare seriamente la candidatura è il parterre dei democratici. A suo avviso - secondo indiscrezioni riportare dal New York Post - Joe Biden è "debole", mentre Bernie Sanders ed Elizabeth Warren "non possono vincere". Alcuni stretti collaboratori di Bloomberg riferiscono che l'ex sindaco è convinto che Trump sarà rieletto se Warren dovesse incassare la nomination democratica. Una discesa in campo di Bloomberg sarebbe un terremoto per la corsa dei democratici alla Casa Bianca, già segnata pesantemente dalle indagini per un possibile impeachment del presidente americano. Bloomberg a differenza degli altri dem in corsa non ha bisogno di raccogliere fondi: la sua fortuna gli consente di decidere anche all'ultimo momento se candidarsi senza doversi preoccupare di come finanziare la campagna. A pagare il prezzo maggiore di un'eventuale candidatura di Bloomberg sarebbe l'ex vicepresidente, il più moderato in corsa.
L'ex primo cittadino della Grande Mela, dal 2001 al 2013, è uno degli uomini più ricchi d'America. Eletto con il partito repubblicano, lo ha poi abbandonato rimanendo indipendente fino al 2018 quando si è iscritto al partito democratico. "Se Mike deciderà di correre offrirà una diversa possibilità di scelta ai democratici fondata su conseguimenti unici, dalla guida della più grande città d'America alla creazione di un business dal nulla, fino alle sfide tra le più impegnative in America come filantropo di alto profilo", ha affermato in una nota Howard Wolfson, collaboratore di Bloomberg. "Sulla base dei risultati ottenuti, la sua leadership e la sua capacità di unire la gente per guidare il cambiamento, Mike sarebbe in grado di sfidare Trump e vincere", ha assicurato Wolfson.