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Alla vigilia del lockdown Vienna è piombata lunedì sera nell'incubo del terrorismo, con una dinamica che assomiglia alla tragica notte del Bataclan di Parigi, il 13 novembre di 5 anni fa. Almeno cinque persone sono state uccise e ventidue sono state ferite nell'attentato terroristico nel centro della capitale austriaca. Dei 22 feriti arrivati in ospedale 7 erano in condizioni gravi; alcuni di loro non ce l'hanno fatta.
La polizia ha ucciso l'attentatore: si tratta di Fejzulai Kujtim, ventenne austriaco con doppia cittadinanza, austriaca e della Macedonia del Nord, che era stato condannato a 22 mesi di carcere il 25 aprile 2019 per aver tentato di andare in Siria e affiliarsi al Daesh. Era stato liberato il 5 dicembre, con anticipo: per la sua età rientrava infatti in un regime privilegiato previsto dalla legge a tutela dei giovani. Lo ha precisato il ministro dell'Interno Karl Nehammer che ha fatto sapere poi, intorno alle 14 di martedì, che 14 persone sono state fermate temporaneamente per gli attacchi della notte.
L'attentatore, secondo il ministro dell'Interno austriaco, era "riuscito ad ingannare il programma di deradicalizzazione della magistratura" e quindi è necessaria "una valutazione e un'ottimizzazione del sistema".
Nel frattempo si è appreso che la quarta vittima è una donna, mentre la quinta è un ragazzo di 21 anni: entrambi erano ricoverati in ospedale in gravi condizioni. Con l'attentatore, il bilancio dei morti è ora di cinque. Non ci sono italiani coinvolti nell'attacco terroristico, che martedì è stato rivendicato dal Daesh, attraverso i suoi canali. Fejzulai Kujtim ha agito da "soldato del Califfato", secondo i deliranti messaggi dei terroristi. L'Austria ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Il centro di Vienna sotto attacco terroristico - Ansa
Il centro di Vienna è stato dichiarato “zona rossa” ed è ancora presidiato da centinaia di agenti di polizia, comprese decine di agenti dei corpi speciali.
Nelle prime ore a ridosso dell'attentato si è parlato di un gruppo di attentatori che ha sparato a caso nei locali, ma non sono seguite conferme ufficiali in tal senso dal governo austriaco e dalle forze dell'ordine. Quello che è certo che tutto è cominciato lunedì sera vicino alla Sinagoga Stadttempel (in quel momento chiusa), nella Seitenstettengasse, nel centro della capitale austriaca, dove molte persone si godevano l'ultima libera uscita prima della serrata dettata dal Covid-19: verso le 20 i primi spari, un'esplosione, molte persone in fuga.
Quello che è stato ricostruito finora riguarda però essenzialmente l’attentatore poi ucciso dalla polizia: l'uomo armato con un fucile da assalto e diverse pistole, aveva cominciato a sparare contro i passanti, spostandosi in almeno sei diverse zone del centro. Sette agenti di polizia hanno usato le loro armi contro l’assalitore, che è stato ucciso alle 20.09 davanti alla chiesa di San Ruprecht.
Nessuno inoltre ha confermato che l'obiettivo primario dell'attacco fosse proprio il luogo di culto ebraico.
Nella notte tra lunedì e martedì la polizia viennese aveva invitato i residenti del centro a trovare riparo e non uscire di casa e a non diffondere foto o video dell'attacco in corso che avrebbe potuto mettere in pericolo agenti o passanti. I social si sono tuttavia riempiti di immagini, molte delle quali raccapriccianti, mentre testimoni scrivevano di aver udito "almeno 50 spari". Alcuni media avevano parlato anche di una presa di ostaggi in un ristorante giapponese, ma anche questa informazione al momento non è stata confermata.
Controlli di polizia dopo l'attacco alla sinagoga - Ansa
"È un attacco terroristico disgustoso", ha reagito il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, aggiungendo che l'Austria non si lascerà intimidire dal terrorismo. Ma è l'Europa intera - già fiaccata dalla pandemia - a condannare "un atto codardo", nel nome dell'unità "contro l'odio e la violenza". "I nostri nemici devono sapere con chi hanno a che fare". In un messaggio ala nazione, martedì Kurz ha aggiunto: "Non esiste un conflitto fra cristiani e musulmani, fra l'Austria e i migranti. Ma c'è un conflitto fra tante persone che vogliono la pace e pochi che vogliono la guerra. Un conflitto fra la civiltà e la barbarie".
"Non ci arrenderemo", ha tuonato il presidente francese Emmanuel Macron di fronte all'ennesimo attacco in Europa dopo la decapitazione di Samuel Paty e gli attentati di Nizza e Lione. "Non c'è spazio per l'odio e la violenza nella nostra casa comune europea", ha twittato anche il premier Giuseppe Conte. Intanto, la Repubblica Ceca ha deciso di avviare controlli alle frontiere con l'Austria.
Anche la Turchia ha condannato l'attacco.
Martedì mattina papa Francesco ha pubblicato un tweet in cui esprime "dolore e sgomento per l'attacco terroristico a #Vienna e prego per le vittime e i loro familiari. Basta con la violenza! Costruiamo insieme pace e fraternità. Solo l'amore spegne l'odio".
"Qualunque sia lo sfondo dell'attacco odierno, deve essere chiaro che non c'è giustificazione per la violenza cieca"; lo ha detto l'arcivescovo di Vienna, il cardinale Christoph Schönborn, che ha chiesto di pregare per le vittime dell'attentato e i servizi di emergenza. "L’odio non deve essere una risposta a questo odio cieco" ha proseguito l'arcivescovo di Vienna: “Continuate sulla strada della solidarietà, della comunità e del rispetto reciproco. Sono valori che hanno plasmato l’Austria”.
"Siamo più forti dell'odio e del terrore", ha assicurato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. "L'Europa condanna con forza questo atto codardo che viola la vita e i nostri valori umani", gli ha fatto eco il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. E il presidente dell'Europarlamento, David Sassoli, ha incalzato: "In tutto il nostro continente siamo uniti contro la violenza e l'odio".