Il nuovo
presidente austriaco è nato nel 1944 a Vienna, figlio di un
aristocratico russo di origine olandese e di una estone, che nel 1940
lasciarono l'Estonia per sfuggire all'invasione sovietica. La famiglia
Van der Bellen si stabilì in Tirolo, dove Alexander ha trascorso
l'infanzia. Europeista, sostenitore di una politica di integrazione
verso i migranti, il nuovo presidente si è descritto spesso come
figlio di profughi, ma ha anche detto di capire "il senso di rivolta
contro l'establishment" che ha spinto a destra parte dell'elettorato.
Professore di Economia alle università di Innsbruck e
Vienna, è stato membro del partito
socialdemocratico. Nel 1992 è passato ai Verdi, diventando deputato
del partito ecologista nel 1994. Leader dei Verdi nel 1999, si è
dimesso dall'incarico dopo il cattivo risultato del partito alle
elezioni del settembre 2008. Fumatore accanito, è padre di due figli
avuti da un primo matrimonio. Si è sposato in seconde nozze con la
Verde Doris Schmidauer poco prima di annunciare la sua candidatura.
Alexander Van Der Bellen al voto con la moglie (Lapresse)
Arrivato secondo il 24 aprile al primo turno delle presidenziali con
il 21%, Van Der Bellen si è presenta come il candidato in grado di
unire gli austriaci e quello meglio in grado di rappresentare il suo
paese nel mondo. E aveva invitato anche "chi non lo sopporta" a votare
per lui turandosi il naso per fermare Hofer.
GENTILONI: UN SOSPIRO DI SOLLIEVO. La vittoria di Van der Bellen fa tirare un respiro di
sollievo all'Europa "e certamente lo tiriamo anche noi italiani
perché indubbiamente l'Austria è uno dei paesi con cui siamo
collegati, un paese vicino, un paese amico". Lo ha detto il
ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
"Il fatto che abbia vinto Van der Bellen è certamente una notizia
positiva. Ma non dobbiamo sottovalutare il fatto che metà degli
elettori ha votato per l'estrema destra", ha aggiunto.
"Non c'è nessun interesse per un grande paese come l'Austria a
radicalizzare le contrapposizioni sui temi migratori, e c'è
invece tutto l'interesse a collaborare", ha detto ancora
Gentiloni.TESTA A TESTA. Dopo lo
scrutinio di tutti i seggi elettorali Hofer era ancora in
vantaggio con il 51,93%. I circa 800.000 voti per posta hanno ribaltato l'esito.
Per la prima volta gli austriaci, che di solito sono abituati
ad avere i risultati definitivi nel giro di pochissime ore,
hanno dovuto attendere un giorno per sapere chi sarà il loro prossimo
capo dello Stato. ELEZIONI STORICHE. Queste elezioni presidenziali hanno tutte le caratteristiche per entrare nella storia: al primo turno i candidati dei due partiti di maggioranza, i socialdemocratici Spö e i popolari Övp, sono usciti pesantemente sconfitti, e al ballottaggio sono arrivati i candidati di due partiti d'opposizione. L'ecologista Van der Bellen può
rimarcare di aver recuperato dal primo turno uno svantaggio di
14 punti su Hofer, unendo praticamente tutte le forze moderate e
di centrosinistra del paese. Il suo rivale Hofer può
rivendicare di aver ricevuto un voto su due, nonostante tutti i
moniti lanciati a livello nazionale ed europeo.
L'ultranazionalista Hofer, sconfitto per soli 31mila voti (Lapresse)ALTA AFFLUENZA. L'alta
affluenza alle urne del 70% dei 6,4 milioni aventi diritto, con
un record assoluto di voti per corrispondenza, testimonia il
clima teso.
Le urne fotografano un paese spaccato in due.
Hofer ha stravinto nelle zone rurali dell'Austria, mentre Van
der Bellen si è imposto nettamente nei grossi centri urbani,
vincendo in otto su nove capoluoghi regionali e soprattutto a
Vienna.GOVERNO IN DIFFICOLTA'. Per il governo Spö-Övp, sotto la guida del
neo-cancelliere Christian Kern, inizia ora una difficile
rincorsa per recuperare consensi. Al più tardi nel 2018, ma
forse già nella primavera dell'anno prossimo, sarà rinnovato il
Nationalrat, il parlamento, e secondo i sondaggi si delinea una
netta vittoria degli ultranazionalisti.
CLIMA SURREALE, SENZA SCONFITTI. In attesa dei risultati definitivi, i due candidati erano
arrivati assieme davanti alle telecamere della tv pubblica Orf.
Per una volta Van der Bellen e Hofer si erano detti d'accordo sul
fatto che al prossimo presidente spetterà il compito difficile
di unire un paese profondamente diviso. Van der
Bellen ha stretto la mano al suo rivale. "Ci siamo presentati
con programmi diversi e in modo diverso, ma dopo il voto è
giusto sedersi a un tavolo e confrontarsi in modo disteso", ha
detto, aggiungendo che le sfide sono la disoccupazione e il
rilancio dell'economia.
Ieri sera, in un clima surreale senza sconfitti, sono andate in scena due feste, quella della Fpö al
Prater e quella dei Verdi nello storico Palais Auersperg.