Asia Bibi, la madre di famiglia di fede cattolica in attesa della sentenza definitiva della Corte suprema pachistana sulla sua condanna a morte per blasfemia, è stata esclusa dalle candidature a ricevere il premio Sacharov per la libertà di pensiero.
Il Parlamento europeo ha scelto l'opposizione democratica in Venezuela tra i tre finalisti del premio Sacharov per la libertà di espressione. Gli altri candidati dell'edizione 2017, selezionati dalle commissioni Affari esteri e Sviluppo, sono la militante ambientalista guatemalteca Aura Lolita Chavez Ixcaquic e il giornalista eritreo Dawit Isaak.
Istituito nel 1988, il premio Sacharov viene assegnato a persone che abbiano contribuito in modo eccezionale alla lotta per i diritti umani in tutto il mondo e attira l'attenzione sulla violazione dei diritti umani oltre a sostenere i vincitori e la loro causa.
La nomina di Asia Bibi era stata proposta lo scorso settembre dal gruppo Conservatori e riformisti nel Parlamento di Strasburgo. «Il suo caso è un simbolo per altri colpiti nella propria libertà di espressione e soprattutto nella libertà di religione», aveva segnalato il parlamentare olandese Peter van Dalen, tra i proponenti l’assegnazione. Un voto favorevole all’attribuzione del Premio, il 10 dicembre, a Strasburgo, avrebbe potuto portare ad Asia Bibi e alla sua famiglia un contributo in denaro di 50mila euro, ma soprattutto un sostegno morale, e il forte consenso dell’opinione pubblica mondiale e un sostegno diplomatico di vasta portata alla sua liberazione. Peraltro il 7 ottobre è morto Choudry Naeem Shakir, avvocato cristiano, di 73 anni, che aveva difeso Asia Bibi. Durante la sua lotta politica di oltre 50 anni, Shakir ha fornito sostegno legale a minoranze religiose, lavoratori e poveri, difendendoli dai metodi brutali della polizia e in particolare dalle accuse di blasfemia.