Il lancio dal cacciatorpediniere Uss Porter di uno dei missili Tomahawk che la notte scorsa hanno colpito in Siria (Ansa / Marina militare Usa)
Su richiesta della Russia, nel pomeriggio alle 17.30 italiane si è tenuta una riunione d'urgenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu per discutere dell'attacco missilistico della notte scorsa da parte degli Stati Uniti alla Siria. I quindici Paesi del Consiglio di Sicurezza ieri, giovedì, avevano cercato senza successo di trovare un accordo per una risoluzione contro l'utilizzo delle armi chimiche in Siria.
"La nostra azione è stata molto misurata e siamo pronti a fare di più, ma speriamo che non sia necessario", ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley, intervenendo al Consiglio di sicurezza. E alzando il tono ha attaccato Mosca: "Gli Usa non resteranno a guardare quando vengono usate armi chimiche . Ogni volta che Assad ha passato il limite della decenza umana la Russia è stata sempre accanto a lui".
Altrettanto dura la posizione della Russia. "L'aggressione Usa in Siria è illegittima e rafforza il terrorismo - ha detto il vice
ambasciatore russo all'Onu, Vladimir Safronkov, al Consiglio di sicurezza -. L'attacco Usa è una flagrante violazione del diritto internazionale con conseguenze estremamente serie".
In contemporanea è stato convocato anche il Gruppo internazionale di sostegno alla Siria (Issg) a Ginevra. Si tratta di una riunione d'emergenza richiesta di Mosca sempre dopo l'attacco missilistico. Lo ha annunciato l'ufficio dell'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, indicando che al termine non è prevista alcuna dichiarazione.
L'attacco Usa alla Siria
Missili americani sulla Siria, senza passare per il via libera del Congresso. E senza un mandato dell'Onu. Dalle parole ai fatti, in mezza giornata. Trump ha invocato i poteri concessi al presidente dalle leggi varate all'indomani dell'11 settembre 2001 per sferrare un attacco militare. Quegli stessi poteri ai quali il suo predecessore Barack Obama aveva rinunciato a ricorrere, proprio sull'agenda siriana.
Alle 2.45 italiane (le 3.45 in Siria, le 20.45 in Usa), nella notte fra giovedì e venerdì, dai cacciatorpedinieri americani Uss Porter e Uss Ross di stanza nel Mediterraneo sono stati lanciati 59 missili Tomahawk contro la base aerea siriana di Shayrat da cui si presume sia partito l'attacco di martedì scorso con armi chimiche nella provincia di Idlib costato la vita ad almeno 84 persone tra cui circa 30 bambini. Si tratta del primo attacco diretto degli Usa alla Siria dall'insediamento di Trump. Il presidente non aveva preannunciato l'operazione, sebbene ieri il suo messaggio sulla crisi siriana fosse stato più netto che nei giorni precedenti. Il Pentagono ha precisato che si tratta di un'azione isolata.
Informate Russia e Nato. «Aerei trasferiti prima»
La Casa Bianca ha fatto sapere di avere informato la Russia prima dell'attacco. Anche la Nato sapeva, come riferisce un funzionario dell'Alleanza Atlantica: «Il segretario generale, Jens Stoltenberg, è stato informato dal Segretario alla Difesa americano, James Mattis, prima degli attacchi».
«Questo raid ha gravemente danneggiato o distrutto aerei siriani, le infrastrutture e le attrezzature dellla base Shayrat, riducendo la capacità del governo siriano di usare armi chimiche», ha detto il portavoce del Pentagono Jeff Davis. Per il ministero della Difesa russo, invece, solo 23 missili avrebbero raggiunto l'obiettivo. Quello che è certo è che il sistema di contraerea missilistica Sam, di recente aggiornato dai russi, non è entrato in funzione.
La tv panaraba al Mayadin vicina all'Iran, citando fonti "ben informate" in Siria, riferisce che gran parte degli aerei militari siriani presenti nella base di Shayrat erano stati trasferiti prima dell'attacco.
Il discorso di Trump
Ecco i passaggi principali del discorso tenuto da Trump nella notte italiana e siriana, subito dopo l'attacco. "Martedì scorso il dittatore siriano Bashar al-Assad ha lanciato un orribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti. Utilizzando un agente nervino letale, Assad ha soffocato la vita di uomini, donne e bambini inermi. È stata una morte lenta e brutale per tanti. Anche bellissimi bambini sono stati crudelmente assassinati in questo attacco barbaro. Nessun bambino dovrebbe mai subire tale orrore. Questa sera [la notte scorsa, ndr] ho ordinato un attacco militare mirato contro una base aerea in Siria, da dove è stato lanciato l'attacco chimico. È di vitale interesse per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti prevenire e scoraggiare la diffusione e l'uso di armi chimiche letali. Non ci può essere alcun dubbio che la Siria abbia usato armi chimiche vietate, violando i suoi obblighi ai sensi della Convenzione sulle armi chimiche, e abbia ignorato le indicazioni del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Anni di tentativi per cambiare il comportamento di Assad sono falliti, e falliti molto drammaticamente. Come conseguenza, la crisi dei profughi imperversa e la regione continua a destabilizzarsi, minacciando gli Stati Uniti e i loro alleati. Questa sera [la notte scorsa, ndr] invito tutte le nazioni civili a unirsi a noi nel tentativo di porre fine al massacro e allo spargimento di sangue in Siria, e anche a porre fine al terrorismo di tutti i tipi".
ANALISI Che cosa cambierà realmente nel medio e lungo termine? di Fabio Carminati
Le reazioni internazionali
L'attacco americano ha provocato forti reazioni internazionali. Da un lato vanno registrati il plauso di diversi Paesi europei, a partire dalla Gran Bretagna, nonché di Israele e Turchia. E l'esultanza dell'opposizione siriana, che da 6 anni combatte il governo di Bashar al Assad. Dall'altro ci sono le reazioni di sdegno, e di sostegno a Damasco, in primis della Russia ma anche dell'Iran.
Il premier Paolo Gentiloni ha tenuto stamani una conferenza stampa a Palazzo Chigi in cui ha dichiarato che quella americana è stata «una risposta adeguata a un crimine di guerra».
«La responsabilità per questi sviluppi è del solo Assad» dichiarano la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese François Hollande, dopo essersi sentiti al telefono: «Il ripetuto utilizzo di armi chimiche e i suoi crimini contro la propria popolazione reclamavano un sanzionamento». Per il primo ministro della Danimarca, Lars Lokke Rasmussen, l'attacco è «giusto» perché serve a «fermare gli attacchi in tutta impunità contro uomini, donne e bambini». Già ieri sera, commentando l'ipotesi di un attacco americano in Siria, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva espresso il sostegno di Ankara: «Siamo pronti a fare la nostra parte».
La Cina, che ha ripetutamente bloccato le risoluzioni dell'Onu contro il presidente siriano Assad, non ha condannato esplicitamente l'attacco degli Stati Uniti, ma ribadisce la sua opposizione all'«uso della forza». Il premier del Giappone, Shinzo Abe, ha espresso il proprio sostegno al raid.
L'ira di Putin. «Aggredito un alleato»
Il presidente Vladimir Putin, citato dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, ha dichiarato che l'intervento «viola la legge internazionale» e che «Washington ha compiuto un atto di aggressione contro uno Stato sovrano». Il portavoce ha aggiunto che la Russia considera il raid missilistico in Siria «un atto di aggressione nei confronti di una nostro alleato». Alla domanda se Mosca aumenterà la sua presenza militare in Siria, il portavoce del Cremlino ha evitato di rispondere: «Solo il presidente Putin può disporre l'aumento delle truppe».
Il Comitato di Difesa della Duma di Stato (la Camera bassa) ha dichiarato che l'attacco potrebbe peggiorare i rapporti tra Mosca e Washington, nonché portare a un allargamento dei conflitti armati in Medio Oriente. Il ministero degli Esteri russo informa che Mosca ha sospeso il memorandum sottoscritto con gli Stati Uniti per comunicazioni fra militari finalizzate a evitare incidenti sui cieli della Siria e ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
«Nell'attacco 9 vittime civili»
Secondo l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, l'attacco missilistico avrebbe causato la morte di 9 civili, tra cui 4 bambini. Alcune ore prima il governatore della provincia di Homs aveva riferito di 6 vittime, tra cui almeno 2 civili, e 7 persone rimaste ferite. Aveva precisato che è stato colpito anche un villaggio situato nei pressi della base.