Non si ferma la persecuzione dei cristiani in Iraq. E nuovo sangue cristiano viene versato per mano delle milizie dello Stato islamico (Is ex Isis). Fonti del
Patriarcato caldeo riferiscono all'agenzia missionaria AsiaNews
che ieri a Bartalah, una cittadina a maggioranza siriaca della
piana di Ninive occupata da settimane, i jihadisti sunniti
hanno torturato e ucciso un cristiano. Faceva parte di un
piccolo gruppo, che ha deciso di rimanere nelle proprie case
all'arrivo dei miliziani del califfato.
Secondo quanto riferisce un testimone,
il "martire", come viene definito dal Patriarcato, è un uomo di 43 anni, Salem Matti Kourki, deceduto ieri in
seguito alle torture e alle violenti percosse subite dai terroristi, per essersi rifiutato di convertirsi all'islam.
Uno dei familiari di Salem spiega che l'uomo, affetto da
problemi cardiaci, non ha potuto abbandonare la cittadina di
Bartalah assieme alla famiglia, al momento dell'invasione degli
islamisti, l'8 agosto scorso. È rimasto rintanato nella propria
casa per oltre tre settimane, alimentandosi grazie alle poche
scorte accumulate nella dispensa. Ieri, 1 settembre, avendo
terminato cibo e acqua, è uscito di casa dopo un lungo periodo
per recuperare qualche genere alimentare.
Si è però imbattuto in un punto di controllo dell'Is di
fronte alla chiesa della Vergine Maria, in pieno centro
cittadino, ed è stato subito arrestato. I miliziani hanno
cercato di convertirlo a forza all'islam, ma l'uomo ha opposto
un netto rifiuto. I fondamentalisti lo hanno picchiato e
torturato, fino a provocarne la morte, per poi abbandonarlo in
strada. Il cadavere è stato rinvenuto qualche ora più tardi da
alcuni arabi della cittadina, che lo hanno prelevato e sepolto.