"L'esplosione è stata particolarmente violenta", testimonia
fra Firas Lufti, direttore del Collegio, aggiungendo che "ad
Aleppo ormai non ci sono più luoghi sicuri al cento per cento".
Erano in programma anche dei lavori di manutenzione alla
struttura, in vista dei campi estivi dei giovani che dovevano
tenersi in questa area gestita dai francescani. "Ma quanto
accaduto ieri sera ci spinge a sospendere questi lavori, in
attesa di una maggiore calma e serenità", dice padre Ibrahim
Sabbagh, parroco ad Aleppo.
Nella città siriana, tra le più martoriate dalla guerra, i
francescani hanno tre centri: la parrocchia san Francesco
d'Assisi, colpita una volta, il convento di Er Ram, colpito già
cinque volte, e il Collegio di Terra Santa. Fino a ieri
quest'ultima struttura era rimasta lontana dai bombardamenti.
In Siria ci sono attualmente - riferisce la Custodia di Terra
Santa - quattordici frati francescani, dei quali cinque sono ad
Aleppo. Più volte i frati della Custodia hanno comunicato di non
voler lasciare la Siria. "Non abbiamo potuto evacuare lasScuola perché ad Aleppo non c'è un posto sicuro. Continuiamo ad
ospitare la popolazione. Quello è l'unico locale dove la gente
può uscire e respirare un po'". Lo ha detto il vicario
apostolico di Aleppo dei latini, monsignor Abou Khazen, in
un'intervista a Tv2000. "Il missile - ha ricordato mons. Khazen - è entrato
dalla finestra: un'anziana è morta e altre due persone sono
rimaste ferite. Ha provocato inoltre grandi danni all'edificio.
In quel momento alcune anziane stavano recitando il Rosario
hanno vissuto attimi di paura e terrore". "La gente - ha
concluso mons. Khazen - purtroppo si è abituata a vivere sotto
la paura delle bombe. Questo è la cosa più grave".