Un corridoio umanitario per
Aleppo. Non è la tanto invocata tregua, sulla cui necessità torna a insistere l'Onu, ma è pur sempre qualcosa. Otto ore di tempo,
giovedì 20 ottobre, per consentire l'evacuazione di
ammalati, feriti e miliziani disposti a ritirarsi.L'annuncio è arrivato dalla
Russia, per conto anche dell'alleato governo di
Damasco. Segue di due giorni l'ennesimo
raid sugli ospedali, denunciato da
Medici senza Frontiere.
DALLE 8 DI GIOVEDI'. Il 20 ottobre dalle 8 del mattino alle 16 "nella zona di Aleppo sarà introdotta una 'pausa umanitarià" per "evacuare i malati e i feriti nonché per il ritiro dei miliziani" da Aleppo, ha detto il
generale russo Serghiei Rudskoi, citato dall'agenzia russa Tass. Il generale ha chiarito che l'iniziativa russa giunge mentre la Russia, l'Onu e "i Paesi con un'influenza" in Siria stanno continuando a lavorare a un piano per far sì che i miliziani del
fronte Fatah al-Sham (gli ex qaedisti di al Nusra), considerati ora "amici" dagli Usa ma legittimi obiettivi dei russi, lascino Aleppo.
MOGHERINI: SERVONO 12 ORE. È un primo "passo positivo, un inizio" ma la tregua giovedì di 8 ore annunciata dalla Russia "non è sufficiente per risolvere la crisi umanitaria ad Aleppo... servono almeno 12 ore". Questo il primo commento del capo della diplomazia Ue,
Federica Mogherini.
L'ONU: NON BASTA, OCCORRE VERA TREGUA. La tregua di 8 ore è "positiva" ma non sufficientemente lunga per consentire la distribuzione dei soccorsi alla città assediata: è questa la posizione dell'Onu, espressa dal portavoce Stephan Dujarric.
È necessaria "una pausa più lunga per far entrare i camion" che trasportano gli aiuti. "Abbiamo bisogno di più tempo" ha insistito Dujarric, ribadendo che l'Onu reclamava pause di 48 ore.
L'UE EVOCA «CRIMINI DI GUERRA». Aumenta intanto la pressione sul regime siriano e sulla Russia affinché pongano fine ai raid aerei su Aleppo. L'Unione europea, in una dichiarazione ufficiale, ha definito i bombardamenti sulla seconda città siriana possibili "crimini di guerra". Ma l'ipotesi di far scattare nuove sanzioni contro la Russia (dopo quelle per la crisi con l'Ucraina) è stata definita "non realistica e non attuabile" nel
Consiglio dei ministri degli Esteri europei, anche da parte dei Paesi che sarebbero teoricamente favorevoli.
GENTILONI: LEVA POLITICA SU MOSCA. Il titolare della Farnesina,
Paolo Gentiloni, specifica: "Non pensiamo che le sanzioni siano strumenti che possano aiutare la gente di Aleppo" perché hanno la loro efficacia "in anni, non in settimane". E sottolinea che "la leva" per convincere Mosca è "quella politica" in quanto la Russia "non può sacrificare al sostegno di
Assad ogni ruolo costruttivo nella crisi siriana: il prezzo sarebbe troppo elevato sul piano politico".