Un mezzo corazzato con la bandiera curda diretto a Mosul (Lapresse)
L'AIUTO DEGLI USA. A supporto dell'offensiva irachena ci sono i caccia
statunitensi che stanno bombardando con raid mirati i siti
di difensa del Daesh e in particolare la base di
al Qiyara. A Mosul si registrano numerosi incendi in quanto i jihadisti hanno dato alle fiamme i depositi di benzina per provocare alte colonne di fumo e ridurre la visibilità per i caccia. Oltre alle milizie di Difesa popolari sciite,
presenti con 9mila uomini, partecipano a questa offensiva
anche i peshmerga curdi che stanno avanzando dalla
direttrice di al Sawatir già conquistata e avanzano per
prendere altri 7 villaggi della zona di al Hamdania.
Un soldato occidentale a est di Mosul il 17 ottobre (Lapresse)
I PESHMERGA NON ENTRERANNO A MOSUL. Il presidente curdo-iracheno Barzani ha precisato che le forze curde, che avanzano sul fronte orientale, non entreranno a Mosul città. L'accordo con il governo di Baghdad, guidato dal premier Hayder Abadi, è che l'eventuale ingresso trionfale dei "liberatori" sarà solo delle truppe governative irachene.
Peshmerga curdi preparano l'assalto a Mosul, 17 ottobre (Lapresse)«POTREBBE DURARE SETTIMANE». L'offensiva di terra per la riconquista di Mosul potrebbe durare settimane, o forse più. Lo ha detto il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione a guida Usa. "Questa operazione per riprendere il controllo della seconda città irachena", scrive Townsend in una nota, "potrebbe essere una battaglia lunga e difficile".L'ALLARME DELL'ONU PER LA POPOLAZIONE. Il vicesegretario generale dell'Onu per gli Affari umanitari Stephen O'Brien Asimismo ha espresso "profonda preoccupazione per la sicurezza di 1,5 milioni di civili" che vivono a Mosul e che potrebbero subire le conseguenze delle operazioni militari.
Profughi di Mosul sfollati nel campo di Dohuk (Lapresse)
JIHADISTI FUGGITI IN SIRIA. Decine di miliziani del Daesh sono scappati in Siria con le famiglie dopo l'inizio dell'offensiva irachena per la riconquista di Mosul. Lo rivela la tv satellitare curda Rudaw, secondo la quale sarebbero rimasti dai 3.000 ai 4.500 combattenti jihadisti a difendere la seconda città irachena.