mercoledì 17 gennaio 2024
Centoventi adolescenti hanno visitato il “Binario 21” assieme all’arcivescovo di Milano, Mario Delpini. «L’antisemitismo? Non appartiene al passato. In parrocchia ci insegnano il rispetto verso tutti»
Milano: l’arcivescovo Delpini in visita al Memoriale della Shoah assieme ai ragazzi degli oratori ambrosiani

Milano: l’arcivescovo Delpini in visita al Memoriale della Shoah assieme ai ragazzi degli oratori ambrosiani - Fotogramma

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«Il problema da combattere sta scritto a caratteri cubitali, qui all’ingresso del Memoriale della Shoah: l’indifferenza. Il male spesso si ripresenta in forme diverse. Che una buona società deve saper riconoscere, se vuole prevenire minacce come l’antisemitismo che non appartengono solo al passato», sostiene Davide Prelz, 14 anni. «Sì, l’antisemitismo sotto sotto c’è ancora, purtroppo – afferma Vittoria Rota, alla soglia dei 18 anni –. Parlo con i miei coetanei e a volte incontro tanta ignoranza. E quando non ci saranno più i sopravvissuti e i testimoni diretti della Shoah? La mia paura più grande è il negazionismo. E che per questa via si arrivi a fare gli stessi errori del passato. Errori che vennero commessi da tanti cristiani: e non capisco come sia stato possibile, perché il cristianesimo dice tutt’altro...». «Antisemitismo, odio, discriminazioni contro chi è diverso avvengono anche oggi – incalza Valentina Tonucci, 14 anni –. Per combatterle, noi cristiani possiamo giocare un ruolo fondamentale: quello che ci insegnano il parroco e i catechisti è il rispetto per l’altro, per chi ha una religione o una origine diversa. Siamo tutti uguali, non dobbiamo discriminare gli altri. Sono valori che mi vengono insegnati più in parrocchia che a scuola, dove dovremmo parlarne di più». Davide, Vittoria e Valentina sono tre dei 120 adolescenti di nove oratori ambrosiani che, nella serata di lunedì 15 gennaio, hanno visitato il Memoriale della Shoah assieme all’arcivescovo di Milano Mario Delpini.

Nel cuore di tenebra della Stazione Centrale

L’esperienza si è svolta nell’ambito dell’iniziativa “L’arcivescovo ti invita”, che vede il presule proporre ai ragazzi degli oratori occasioni di visita a luoghi emblematici della metropoli lombarda. Com’è il Memoriale creato in quella parte della Stazione Centrale nella quale, fra il 1943 e il 1945, migliaia di ebrei e di oppositori politici vennero caricati su carri bestiame e portati ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e ad altri campi di sterminio e di concentramento. La visita al “Binario 21” della Centrale – preceduta da un dialogo fra Delpini e il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, nell’auditorium del Memoriale – si è offerta ai ragazzi come un ponte fra la “Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cristiani ed ebrei” del 17 gennaio – che la Cei ha suggerito di vivere nel segno della «speranza contro ogni antisemitismo» – e il “Giorno della Memoria” del 27 gennaio, istituito per commemorare le vittime dell’Olocausto.

Milano: l’arcivescovo Delpini e il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, accolti dal presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach (a sinistra), e dalla vicepresidente Milena Santerini (a destra)

Milano: l’arcivescovo Delpini e il rabbino capo di Milano, Alfonso Arbib, accolti dal presidente del Memoriale della Shoah, Roberto Jarach (a sinistra), e dalla vicepresidente Milena Santerini (a destra) - Ansa

Arbib: triplicati in Italia gli episodi di antisemitismo

Storie del passato? No. E non sono solo i ragazzi a dirlo. Dopo la strage del 7 ottobre perpetrata da Hamas in Israele, «il più grande massacro avvenuto dopo la Shoah, gli episodi di antisemitismo in Italia sono triplicati – ha denunciato Arbib –. L’antisemitismo è un virus capace di mutare. Oggi colpisce soprattutto i giovani: perciò sono contento che l’arcivescovo sia qui assieme a 120 adolescenti. Ed è un antisemitismo spesso vissuto in buona fede, con la convinzione di essere dalla parte del bene e degli oppressi, mentre l’ebraismo e Israele sono visti come il male». Sradicare l’antisemitismo chiama la società, gli adulti e le comunità dei credenti ad una peculiare responsabilità educativa, hanno concordato Arbib e Delpini. «La visita al Memoriale della Shoah e ad altri luoghi significativi di Milano, vorrei diventasse abituale nella nostra pastorale giovanile», ha detto poi l’arcivescovo. In questi tempi segnati dalla guerra e dall’odio, intanto, sono un segno di speranza contro l’insorgente antisemitismo i numeri citati da Roberto Jarach, il presidente del Memoriale della Shoah: nel 2023 si sono recati in visita al “Binario 21” ben 62mila studenti (erano stati tremila nel 2013), mentre altri 45mila si sono già prenotati per il 2024.

Delpini: studiate, fate domande, costruite un mondo migliore

Ora, ecco i centoventi giunti dagli oratori milanesi. «Ma molti di più erano quelli che avrebbero voluto partecipare alla visita e che per ragioni logistiche non abbiamo potuto ammettere », ha reso noto don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi. «Abitare Milano significa toccare la città, soffrire con la città, meravigliarsi di questa città. Così possiamo reagire all’indifferenza che ha reso possibile questa tragedia proprio nella nostra città», ha detto Delpini, incontrando quei 120 ragazzi alla fine dell’itinerario di visita che ha condiviso con loro. La missione affidata ai ragazzi? «Costruire un mondo migliore, costruire un’altra storia». Ecco dunque l’invito a «studiare, per conoscere la storia ed evitare gli errori del passato; porre domande, su tutto, la politica, la società, la scienza, Dio; cercare l’incontro costruttivo, con le persone che ci aiutano a diventare migliori». Persone come le guide che hanno accompagnato i ragazzi durante la visita.

Milano, Memoriale della Shoah: i carri bestiame sui quali venivano caricati gli ebrei e gli altri deportati nei campi di concentramento e di sterminio

Milano, Memoriale della Shoah: i carri bestiame sui quali venivano caricati gli ebrei e gli altri deportati nei campi di concentramento e di sterminio - Fotogramma

«Tanto odio e tanta disumanità, come sono potuti accadere?»

«Ero già stata qui in terza media e mi aveva toccato profondamente, ma questo è un luogo che non basta visitare una volta», riprende Vittoria. «Per me è la prima volta, invece, non vedevo l’ora di venire – confessa Viola Ravelli, 16 anni –. Io non sono un angelo, ma non riesco a capire come si possa arrivare a una disumanità e un odio tanto profondi come quelli che hanno portato alla Shoah. E da certi commenti che mi capita di sentire, mi pare che si stia sottovalutando molto l’antisemitismo, il nazismo, il fascismo...». «Salire sui vagoni dei deportati, leggere i loro nomi, mi ha toccato profondamente – racconta Giorgia Giulino, 14 anni –. Ho provato tristezza e rabbia, pensando a tutte le vite distrutte, alle condizioni terribili della loro deportazione. Ma anche un po’ di sollievo, perché con questo Memoriale possiamo imparare a non ripetere gli errori di allora. E ce n’è bisogno, se penso alle parole che a volte oggi sento pronunciare verso chi è diverso da noi per religione o provenienza. Perciò è importante il rispetto verso tutti che ci insegnano in oratorio».

Prossima tappa: ragazzi e arcivescovo al Giardino dei Giusti

Il Memoriale della Shoah. Il Giardino dei Giusti. E una comunità per l’accoglienza di minori stranieri non accompagnati. Sono le tre sedi dell’iniziativa “L’arcivescovo ti invita”, con la quale l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha proposto agli adolescenti della diocesi tre occasioni per “uscire” dall’ambito parrocchiale e visitare, in sua compagnia, luoghi emblematici del capoluogo lombardo. Il primo incontro: il 4 dicembre scorso alla comunità “Il Seme”, a due passi dal Politecnico, dove sono accolti e accompagnati nel cammino verso l’integrazione e l’autonomia minori stranieri non accompagnati, principalmente nordafricani. Il secondo: la visita al Memoriale della Shoah, svoltasi lunedì scorso, 15 gennaio, al luogo dal quale fra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei e di oppositori politici vennero caricati sui treni e portati nei campi di sterminio. Un’iniziativa organizzata in vista del “Giorno della Memoria”. Ultimo appuntamento di questa proposta voluta da Delpini, la visita di mercoledì 20 marzo al Giardino dei Giusti di Milano, inaugurato vent’anni fa, nel quale ogni anno vengono piantati nuovi alberi in memoria di donne e uomini che hanno aiutato le vittime dei genocidi, delle persecuzioni e dei regimi totalitari.

Milano: la scritta “Indifferenza” che accoglie i visitatori all’ingresso del Memoriale della Shoah

Milano: la scritta “Indifferenza” che accoglie i visitatori all’ingresso del Memoriale della Shoah - Fotogramma


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