venerdì 17 dicembre 2021
Grazie all'impegno dei ragazzi della Gioventù Francescana sono stati preparati centinaia di pacchi da destinare ai bisognosi: «Un segno di fraternità concreta»
I giovani di Grosseto che hanno preparato le "Scatole di Natale" per i poveri

I giovani di Grosseto che hanno preparato le "Scatole di Natale" per i poveri

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Lo scorso anno avevano rinunciato all'idea a causa delle restrizioni per il contenimento del Covid. Stavolta però, pur con tutte le tutele del caso, i ragazzi della Gioventù Francescana (Gi.Fra) di Grosseto sono riusciti nell'impresa: donare un po’ di luce e di speranza ai poveri, ai bisognosi, alle persone sole e a quanti, per vari motivi, non hanno la possibilità di festeggiare. Come? Con le «Scatole di Natale», veri e propri pacchetti natalizi con tanto di fiocco e bigliettino augurale che hanno i colori della solidarietà e il profumo dell’amicizia.

«Abbiamo chiesto, attraverso le parrocchie e i canali social, di mettere all'interno di una scatola di scarpe alcuni ingredienti: una cosa calda, come ad esempio una sciarpa o un cappello, un prodotto di bellezza, una cosa golosa, un passatempo come un libro, un mazzo di carte, un gioco, un "biglietto gentile". Essendo un regalo, abbiamo suggerito di confezionarlo per bene, così che fosse anche bello da vedere», spiega Francesco Villacci, 17 anni, uno dei componenti (sono una trentina e hanno tra i 14 e 27 anni) del gruppo grossetano della Gi.Fra. «Aiutare i bisognosi – sottolinea – fa parte del nostro carisma e questa iniziativa, che abbiamo importato da Milano, è un modo concreto per avere i poveri come fratelli, oltre che per ricordare che basta poco per rendersi utili in un anno ancora particolare».

Grazie a un lavoro che va avanti da settembre e al coinvolgimento delle parrocchie della diocesi, della Caritas, di associazioni e movimenti, di alcune organizzazioni e di tanti volontari della città e delle zone limitrofe, sono state raccolte più di 1.600 «scatole di Natale» che scalderanno il cuore di piccoli e adulti assistiti dalla Caritas o ospiti di case-famiglia.

«Siamo sorpresi e molto felici della risposta che abbiamo ricevuto da parte della città e del territorio», dice Francesco commentando la mobilitazione generale che ha visto in prima linea anche gli alunni delle scuole e i bambini del catechismo che hanno dato il loro tocco di creatività e fantasia. «Se da una parte – osserva – è stato un esercizio di sinodalità con tante persone e realtà della rete ecclesiale, dall’altra è stata l’occasione per aprirci al mondo civile e laico, risvegliando quella solidarietà che spesso esiste ma non riesce a essere incanalata». Così, invece, una piccola scatola è diventata un grande dono per l’altro.

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