lunedì 10 febbraio 2025
È il passaggio più innovativo della nuova proposta di legge di iniziativa popolare sull’affido condiviso depositata nei giorni scorsi presso la Cassazione dal Comitato genitori per i figli
Se i genitori si separano, il giudice assegnerà la casa ai figli
COMMENTA E CONDIVIDI

Se i genitori non vanno più d’accordo e hanno deciso di separarsi, il giudice assegnerà la casa al figlio o ai figli della coppia. Non saranno più i piccoli a doversi allontanare, seguendo le peregrinazioni, sempre faticose e talvolta sgradevoli decise dalla mamma e dal papà che non riescono più a parlarsi. Anche perché spesso gli spostamenti verso una nuova residenza solo sollecitati dalla presenza di un nuovo partner. Così, uno dei passaggi più innovativi della proposta di legge di iniziativa popolare depositata nei giorni scorsi presso la Corte di Cassazione dal Comitato genitori per i figli, recita: “L’eventuale assegnazione della casa familiare potrà essere disposta solo a favore dei figli, prevedendo che i genitori vi si alternino secondo i periodi di custodia della prole concordati tra di loro, o stabiliti dal giudice”.

Il Comitato genitori per i figli è un nuovo raggruppamento di associazioni di genitori separati costituito proprio con l’obiettivo di varare una nuova legge sulla bigenitorialità, cioè sulla pari responsabilità di mamma e papà nell’educazione dei figli in caso di separazione.

In Italia esiste già, dal 2006, la legge 54 che ha introdotto il principio di pari dignità tra i genitori in caso di separazione, affermando con forza la parità di doveri e diritti nell'accudimento, cura ed educazione della prole. La normativa sull’affido condiviso dei figli e sul loro mantenimento “equo e diretto”, sono però frequentemente disattesi. Le decisioni dei giudici hanno relegato la maggior parte dei minori, inconsapevoli vittime della separazione genitoriale, nello stato di “orfani con genitore in vita”.

Secondo alcune statistica europee, più del 95% delle coppie separate in Italia possono contare su una modalità di affido solo formalmente condiviso. Non a caso l’Italia, per quanto riguarda la bigenitorialità, si colloca sul gradino più basso tra tutti i Paesi occidentali.

Anche perché i giudici, seguendo schemi culturali ampiamente superati, si orientano ancora in larghissima parte per il “collocamento” dei figli presso la madre. Una decisione unilaterale che non tiene conto di elementi decisivi come lavoro, orari, disponibilità, volontà di accudimento e cura. “Si tratta di una asimmetria imposta dalla prassi giudiziaria – fanno notare che associazioni che compongono il neonato Comitato – che pregiudicano proprio quei minori che la legge dovrebbe tutelare, coinvolgendoli in annosi contenziosi con gravi ricadute sul loro stato di salute psicofisica”.

In questo modo la distorta applicazione della legge 54 da parte di troppi tribunali ha portato sul nostro Paese l’occhio vigile dell’Europa che, tramite la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, ha sanzionato l’Italia ripetutamente negli anni, condannandola a notevoli risarcimenti. Non di meno, anche recentissimi studi indipendenti hanno sottolineato che i figli dei separati in Italia sono i più infelici di tutta Europa.

Per porre rimedio a questa situazione, con l’obiettivo di dare concretezza a un affido che sia davvero materialmente condiviso e non rimanga una lodevole ma inefficace dichiarazione di intenti, la nuova proposta di legge prevede che venga sottoscritto davanti al giudice un “piano genitoriale” dettagliato, con le indicazioni precise dei tempi che il figlio dovrà trascorrere con il papà e con la mamma: “Indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra i due genitori, il figlio minore, nel proprio esclusivo interesse morale e materiale, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e con la madre, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambe le figure genitoriali, con paritetica assunzione di responsabilità e di impegni e con pari opportunità. Ha anche il diritto di trascorrere con ciascuno dei genitori tempi paritetici o equipollenti, salvi i casi di impossibilità materiale”.

E quando mamma e papà proprio non vanno d’accordo? “Deve in ogni caso essere garantita alla prole la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre. Il giudice o le parti, quando le circostanze rendano difficile attuare una divisione paritaria dei tempi su base mensile, devono prevedere adeguati meccanismi di recupero dei tempi durante i periodi di vacanza del minore, al fine di garantire una sostanziale equivalenza dei tempi di frequentazione del minore con ciascuno dei genitori nel corso dell’anno”.

Non solo, la proposta di legge prescrive anche che una “parità sostanziale” dei tempi trascorsi presso i rispettivi nonni, oltre a stabilire con rigore l’obbligo di provvedere economicamente in modo equo al mantenimento dei figli: “Nel piano genitoriale deve essere indicata la misura con cui ciascuno dei genitori provvede al mantenimento diretto dei figli, sia per le spese ordinarie sia per quelle straordinarie, attribuendo a ciascuno specifici capitoli di spesa, in misura proporzionale al proprio reddito e patrimonio, considerando: 1) le attuali esigenze del figlio; 2) le risorse economiche di entrambi i genitori; 3) la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore”.

Una norma che rappresenta insomma una svolta importante che, secondo gli auspici delle associazioni, deve ora trovare la strada per arrivare in Parlamento. Ma servono 50mila firme e – come riconoscono i promotori – non sarà facile. Il comitato è presieduto da Ernesto Emanuele, da oltre trent’anni presidente dell’Associazione famiglie separate cristiane, ed è intitolato a Roberto Castelli, un altro generoso pioniere delle battaglie civile a favore dei genitori separati, scomparso lo scorso anno, che già una decina d’anni fa diede vita al coordinamento associativo Colibrì, oggi assorbito dal nuovo cartello.

“Oggi si avvera un sogno – osserva Ernesto Emanuele, Ambrogino d’Oro 2020 del Comune di Milano per la sua attività a favore dei diritti dei figli - perché con questa proposta di legge abbiamo raggiunto l’unità di intenti di tutte le associazioni per una nuova gestione dell’affido condiviso”.

Vice presidenti del nuovo Coordinamento sono Andrea Carta (Papà e Mamme Separati ODV, Piemonte) e Antonella Baiocchi (C.Ri.PE.M. Centro rieducativo persone maltrattanti, Marche – Nazionale). Gli altri membri, in ordine alfabetico, sono: Remo Bibbiani (Papà Separati Milano APS); Diego Calzarano (Papà in Movimento-Pari diritti Genitoriali, Toscana); Bruno Capilupi (Papà Separati, Brescia, Lombardia); Giorgio Ceccarelli (Figli Negati, Lazio), Adamo De Amicis (A.Pro.S.I.R, Marche – Nazionale); Carlo Ioppoli (ANFI, Associazione Nazionale Familiaristi Italiani); Mauro Lami (Papà Separati Liguria APS); Marialuigia Anna Pellegrino (Associazione Minori in Primo Piano ODV, Bergamo); Marco Rolfini (An.Co.Re, Piemonte), Nicola Saluzzi (Papà Separati Milano APS); Elena Savasta (Donne nella Separazione, Lombardia).

Informazioni, anche per le modalità con cui sottoscrivere la proposta di legge, possono essere richieste all’indirizzo info@comitatogenitoriperifigli.it mentre sul sito www.comitatogenitoriperifigli.it si trova anche il testo della proposta.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: