Miliziani siriani legati ad Ankara in azione nel nord della provincia di Aleppo. Alla fine di novembre il presidente turco Erdogan ha minacciato di scatenare una potente offensiva di terra contro i curdi - Ansa
L'ingresso nella Nato ha un prezzo. Umano. E la Svezia ha iniziato a pagarlo alla Turchia di Erdogan. Sulla pelle dei curdi e nel silenzio della Ue.
Stoccolma ha infatti estradato in Turchia un membro del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk), mentre Ankara continua a fare pressioni su Stoccolma per ulteriori passi in cambio della sua adesione alla Nato (alla stregua della Finlandia), secondo quanto riferito dai media statali.
Mahmut Tat, condannato in Turchia a sei anni e 10 mesi di carcere per appartenenza al Pkk , è fuggito in Svezia nel 2015 ma la sua richiesta di asilo è stata respinta. Tat è arrivato a Istanbul venerdì notte dopo essere stato arrestato dalla polizia svedese, ha riferito l'agenzia di stampa turca Anadolu. È stato prelevato dalla polizia turca poco dopo il suo arrivo all'aeroporto di Istanbul e portato in tribunale sabato, ha riferito l'emittente privata Ntv.
Da maggio, infatti,la Turchia blocca l'allargamento dell'Alleanza Atlantica chiedendo l'estradizione di diversi curdi, accusati di essere simpatizzanti o militanti di movimenti curdi classificati come "terroristi" in Turchia o vicini al movimento gulenista, accusato di aver orchestrato il tentativo di colpo di Stato del 2016.
Il destino di alcuni cittadini turchi curdi in esilio o rifugiati in Svezia e, in misura minore, in Finlandia, è al centro dei colloqui con Ankara sull'ingresso dei due Paesi, finora neutrali, nella Nato.
La Turchia ha accusato la Finlandia e la Svezia in particolare di fornire un rifugio sicuro a gruppi curdi fuorilegge che ritiene «terroristi», e su questa base tiene ferma la ratifica necessaria per consentire ai due paesi l’adesione alla Nato, nonostante a riguardo si fosse raggiunto un accordo a Madrid a giugno.
Questo passo segna un ulteriore vittoria da parte del presidente turco Recep Tayyip Erdogan facilitato forze dal cambio al vertice a Stoccolma. L'arrivo di un nuovo governo in Svezia avrebbe infatti facilitato gli scambi e nei giorni scorsi il capo della diplomazia turca aveva dichiarato che i due Paesi hanno compiuto «passi positivi». Il nuovo governo svedese «è più determinato del precedente e ne siamo lieti», aveva detto il ministro degli Esteri di Ankara Mevlut Cavusoglu. «Hanno apportato modifiche legislative e tutto questo è un passo positivo».
Intanto cresce la pressione dell'esercito di Ankara contro la popolazione curda anche fuori della Turchia, in Siria in particolare. Qui potrebbe anche iniziare presto una nuova pesante offensiva militare.