venerdì 24 settembre 2021
Il terzo rapporto sul Benvivere introduce due potenziali variabili che stanno ricevendo attenzione da parte degli studiosi come generatività e resilienza
Un momento del Festival dell'Economia Civile del 2020

Un momento del Festival dell'Economia Civile del 2020 - .

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La terza edizione della ricerca sul BenVivere è stata effettuata da Avvenire con la Scuola di Economia Civile e il contributo di Federcasse: uno studio che per il terzo anno si pone l’obiettivo di rispondere alla domanda “che cosa fa di un territorio un posto ideale in cui trascorrere la propria vita?”. La ricerca è presentata nel dettaglio nel numero speciale dell’inserto settimanale L'economia civile, in uscita nelle edicole venerdì 24 settembre e in distribuzione al Festival Nazionale dell’Economia Civile di Firenze (24-26 settembre, presso il Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio), quest’anno intitolato “Alla ricerca di senso. Persone, lavoro, relazioni”, manifestazione di cui Avvenire è media partner. La classifica generale di questa terza edizione vede Centro e Sud d’Italia accorciare le distanze con il Nord: la città al primo posto resta Bolzano, ma al secondo sale con un miglioramento netto di cinque posizioni Prato che diventa la "regina" dei territori dell’Italia centrale. In linea con le due precedenti edizioni, è stata anche stilata una seconda classifica, accanto a quella generale, per valutare la "generatività in atto" nei territori italiani e approfondire i recenti indicatori statistici che cercano di misurare il cosiddetto benessere "multidimensionale", in cui alle tradizionali variabili legate alla salute, alla disponibilità di un lavoro e al patrimonio, si aggiungono la qualità delle relazioni, della vita affettiva e sociale. Bolzano, Trento e Verona continuano a svettare nella classifica della "Generatività in atto", mentre a occupare le ultime posizioni sono ancora le province della Sardegna.

Ciò che oggi conosciamo e riusciamo a spiegare negli studi empirici economici e sociali è la parte emersa di un iceberg. Non a caso nella stragrande maggioranza dei lavori la variabilità non spiegata di un fenomeno oggetto di analisi è molto spesso superiore a quella spiegata da fattori conosciuti e misurabili.

Il terzo rapporto sul Benvivere delle province italiane ha l’ambizione di ridurre la parte non emersa dell’icerberg identificando ed introducendo due potenziali variabili di solito non osservabili e non osservate che stanno ricevendo attenzione crescente da parte degli studiosi come la generatività e la resilienza, focalizzando l’attenzione sulla loro importanza nello spiegare le dinamiche economiche sociali e di benessere di individui e territori. Nei dati analizzati nel rapporto la generatività è innanzitutto misurata a livello individuale come combinazione di creatività personale e attenzione all’impatto sociale positivo delle proprie scelte, mentre la resilienza, sempre a livello individuale, come la capacità di un individuo di ritornare al più presto possibile alla situazione precedente dopo aver subito uno choc.

Il rapporto dimostra su oltre 300mila osservazioni individuali in 31 Paesi europei più Turchia e Israele (e separatamente sul campione di migliaia di cittadini italiani) che la generatività individuale incide positivamente su soddisfazione e ricchezza di senso di vita, resilienza, fiducia interpersonale (e dunque capitale sociale) e cittadinanza attiva e responsabile.

A loro volta i dati indicano che le persone più resilienti sono più felici, e questo quasi per definizione dato che la capacità di rialzarsi al più presto possibile dopo uno dei numerosi piccoli e grandi "colpi negativi" che la vita ti propone implica una minore porzione della propria vita vissuta "al tappeto" e dunque maggiore soddisfazione di vita. Nel rapporto si proiettano i concetti di generatività e resilienza dal livello individuale a quello di territorio misurando classifica e variazioni rispetto all’anno precedente della "generatività in atto" delle province italiane nelle sue diverse dimensioni (vivacità del tessuto d’impresa, delle organizzazioni sociali, longevità attiva, fertilità, quota ridotta di giovani che non lavorano né studiano).

Le evidenze a livello territoriale segnalano, al di là delle singole storie interessanti di cadute e ascese delle singole province, un parziale processo di convergenza Nord-Sud in gran parte determinato dall’eterogeneità dell’effetto della prima ondata del Covid-19 che ha colpito in modo molto più duro il Nord del Paese. Un altro risultato interessante è che l’indicatore di resilienza territoriale è fattore importante di convergenza contribuendo significativamente alla crescita di indicatori di ben-vivere delle province più o meno aggregati (inclusi il tasso di occupazione, il tasso di occupazione giovanile e l’indicatore aggregato di qualità del lavoro).

Le implicazioni di policy di questo rapporto sono chiare e rimarcano l’assoluta importanza e urgenza di politiche che contribuiscano ad accrescere il potenziale di generatività di individui e territori, ovvero la loro combinazione di creatività e impatto sociale. Esempi concreti sono le politiche di longevità attiva e di formazione permanente per gli adulti sempre più importanti per una popolazione che invecchia, le politiche per contrastare l’inverno delle nascite, quelle di contrasto alla piaga dei Neet attraverso percorsi di orientamento e alternanza scuola-lavoro.

Più in generale dovremmo imparare a valutare la qualità delle nostre politiche pubbliche attraverso la lente della generatività.

Esempi felici oggi di attualità sono senz’altro l’uso intelligente dello smart working, che stimola la produttività facilitando l’armonizzazione tra vita di lavoro e di relazioni, i percorsi di co-progettazione e co-programmazione tra Terzo settore e amministrazioni locali che creano maggiore intelligenza collettiva, partecipazione e cittadinanza attiva e iniziative verso la transizione ecologica che coinvolgono cittadini e imprese nell’aumento della capacità produttiva da fonti rinnovabili come le comunità energetiche. Anche il tema centrale della riforma fiscale andrebbe inquadrato in questa prospettiva ponendosi l’obiettivo di una fiscalità generativa che liberi energie e creatività di cittadini e imprese.

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