mercoledì 26 febbraio 2025
La Busch School of Business della Catholic University of America ha istituito un Consorzio di investitori che seguono i principi della dottrina sociale della Chiesa
La finanza cattolica passa per l'università

Justin Walker-The Catholic University of America

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Se per alcuni la scienza economica ha finito per dettare la «misura del mondo», penso al titolo dell’edizione italiana dell’opera di Lionel Robbins, credo che sia del tutto opportuno interrogarsi su quale sia il metro attraverso il quale operare una tale misura.

È a questo livello della riflessione accademica che si pone il tentativo della Busch School of Business della Catholic University of America di Washington DC di istituire un Consorzio di investitori che, riconoscendosi nei principi della dottrina sociale della Chiesa, possano conformare i loro investimenti a quei principi.

A tal proposito, esistono due fonti principali alle quali il Consorzio fa un esplicito riferimento. La prima è il documento della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, dal titolo Socially Responsible Investment Guidelines 2021, mentre la seconda è il documento della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali del 2022 Mensuram Bonam; appunto, la buona misura.

Il programma accademico della School of Business, che qui presentiamo come possibile buona pratica rispetto al valore civile della disciplina economica e finanziaria, nasce dalla consapevolezza, maturata dall’assimilazione del magistero conciliare, che è affidato ai laici, in quanto parte integrante del “popolo di Dio”, il compito di operare direttamente negli ambiti del civile. Tale compito andrebbe svolto con il dovuto distacco: appunto la “buona misura”, di chi opera nel mondo, senza per questo essere del mondo, prigioniero della sua misura, ma offrendo come parametro la cifra dell’inviolabile dignità della persona umana.

È questa la prospettiva che ha animato un gruppo di studiosi che insegnano presso la suddetta Scuola, facendo proprio l’invito della Conferenza Episcopale statunitense a promuovere le linee guida che dovrebbero animare gli investitori cattolici e di altre confessioni, ma anche non credenti, che hanno a cuore determinati valori nei quali affondano i principi della dottrina sociale della Chiesa.

Il programma si propone l’obiettivo di offrire una piattaforma accademica, la più ampia possibile, che consenta a tutti i soggetti che partecipano al mondo finanziario, persone singole e organizzazioni, di poter parlare con una voce unitaria e con un peso significativo nella discussione pubblica. Inoltre, rappresenta anche il tentativo di sostenere, con argomenti teoricamente maturati in ambito scientifico, tutti coloro che operano nel mondo finanziario e che sono chiamati quotidianamente a esprimere il loro parere, a votare nei consigli di amministrazione, e che spesso si sentono persi, vivendo il profondo disagio di chi comprende di non poter condizionare le scelte della propria organizzazione o, peggio, avverte il peso della solitudine e la tentazione di adattarsi alla misura del mondo.

Discutendo con il responsabile del programma, il professor Nicholas Schmitz, docente di “Corporate Finance” e “Securities Analysis” alla School of Business, e con Daniel Svogun e Irene Kim, anch’essi responsabili del programma, cogliamo i due principali obiettivi che il programma si prefigge: uno di breve periodo e uno di lungo periodo. Per quanto riguarda l’obiettivo di breve periodo, esso consiste nell’analisi critica del documento elaborato dall’Institutional Shareholders Services (ISS), intitolato Catholic Faith-Proxy Voting Guidelines, al fine di ridiscutere tale documento e renderlo maggiormente coerente con le linee guida della Conferenza Episcopale statunitense e con il documento Mensura Bonam, elaborato dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

Con particolare riferimento alle linee guida proposte dalla Conferenza Episcopale statunitense, esse consistono: Nell’evitare che gli strumenti finanziari possano arrecare danno; nel far sì che i cattolici siano effettivamente operatori del cambiamento e testimoni del Vangelo anche nel campo finanziario; nell’assicurare che l’impegno dei cattolici sia davvero orientato al bene comune, ovvero al bene di tutti e di ciascuno.

Per quanto concerne gli obiettivi di lungo periodo, il Consorzio aspira a istituire un osservatorio permanente dedicato alla ricerca nel campo degli investimenti finanziari, che tenga insieme imprese e organizzazioni laiche e religiose che necessitano di operare nell’ambito finanziario, volendo rimanere coerenti ai principi della dottrina sociale della Chiesa.

Il valore civile delle istituzioni finanziarie si misura, dunque, a partire dalla loro capacità di servire il bene comune, una categoria non meramente politica, ma civile, proprio perché interessa i diversi ambiti nei quali si esplica l’esperienza storica ed esistenziale di ciascuna persona.

Per questa ragione, il Consorzio, facendo proprie le linee guida indicate dalla Conferenza Episcopale statunitense, rappresenta un’interessante proposta sul fronte della ricerca scientifica, affinché la misura del mondo possa essere la più prossima possibile alla buona misura, il cui unico metro è la dignità di ciascuna persona.



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