Un anziano accompagnato in città a Milano - Fotogramma
Immaginate un citofono virtuale e un numero sconfinato di vicini di casa. Ma anche la possibilità di donare il proprio tempo in modo flessibile. Al tempo del lockdown, ormai lo sappiamo, la solidarietà viaggia sulla rete. Talmente veloce che riesce a superare persino il digital divide generazionale, quella specie di blocco che si instaura sul piano psicologico e culturale e impedisce all’anziano di sfruttare appieno le risorse del web. Esattamente il nodo che intende sciogliere Stefano Laddaga con la piattaforma (http://vita.casa) che è anche una app ma si può consultare direttamente dal browser.
L’uovo di colombo della coesione sociale è questo strumento che matcha (termine tipicamente digitale che indica l’incontro) la domanda e l’offerta di aiuto. Una specie di sostituto del vicino di casa, che una volta interpellavamo suonando il citofono in caso di bisogno: spesa solidale, assistenza, corriere espresso, interventi di manutenzioni domestiche, disbrigo di commissioni nel quartiere e servizi di accompagnamento sono le offerte di aiuto presenti nella app. La quale non ha nulla di altamente tecnologico, se pensiamo all’intelligenza artificiale, e la sua radice vera non è neanche l’informatica, bensì il marketing, che coglie l’esistenza di una domanda latente nella popolazione anziana e la soddisfa grazie ad un intermediario, il giovane che a sua volta esprime una offerta di tempo e di energie, sotto forma di volontariato.
L'articolo completo di Paolo Viana
sul numero 3 di L'economia civile del 7 aprile 2021