"I salari di ingresso nel mercato del lavoro sono oggi in termini reali su livelli pari a quelli di alcuni decenni fa; chi si affaccia oggi sul mercato del lavoro sembra escluso dai benefici della crescita del reddito occorsa negli ultimi decenni". Lo dice il governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, al XXX congresso nazionale dell'Aimmf, sul tema 'Investire in conoscenza: giovani e cittadini, formazione e lavoro".Per Visco "i differenziali salariali per livelli di istruzione sono non solo inferiori a quelli di altri paesi, ma sono molto meno ampi per i lavoratori più giovani che per quelli più anziani". Il governatore di Bankitalia ha ricordato che "un'offerta generalizzata di bassi salari (e la connessa risposta di un basso investimento in capitale umano) è probabile risentano di una qualità media dell'istruzione fornita dal sistema scolastico mediamente inadeguata, almeno nella percezione delle imprese".Sul fronte del mercato del lavoro - ha osservato - l'accresciuta flessibilità ha certamente reso più agevole l'assorbimento della disoccupazione, dai livelli molto elevati della metà degli anni Novanta". Tuttavia, ha aggiunto il governatore "pur sostenendo l'occupazione dei più giovani, assieme con la protratta fase di moderazione salariale, la maggiore flessibilità può avere indotto le imprese, specialmente quelle meno efficienti, a rinviare la realizzazione di adeguati investimenti in ricerca e sviluppo e l'adozione di tecnologie avanzate. Ne è evidenza indiretta il fatto che, contrariamente a quanto suggerirebbe la teoria economica, alla carenza italiana di capitale umano richiesto dal nuovo contesto tecnologico si associa nel confronto internazionale un basso rendimento della laurea tra i giovani che si affacciano al mercato del lavoro".