sabato 13 luglio 2024
Preoccupano i dati della campagna promossa da Polizia di Stato e Assogomma: un'alta percentuale delle vetture controllate circola con gomme irregolari
Un controllo della Polizia Stradale nell'ambito di "Vacanze sicure"

Un controllo della Polizia Stradale nell'ambito di "Vacanze sicure" - .

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L’edizione della campagna "Vacanze Sicure 2024" promossa dalla Polizia di Stato con il sostegno di Assogomma ha visto impegnate su strada decine di pattuglie della Polizia Stradale che nei mesi di maggio e giugno hanno controllato i pneumatici di quasi 10.000 auto sulle nostre strade. II controlli sono stati preceduti da una formazione specifica sul tema “Pneumatici e sicurezza stradale” che ha coinvolto centinaia di agenti di tutti i Compartimenti d’Italia. Quest’anno i controlli si sono concentrati nelle seguenti regioni Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Umbria, Sardegna e Veneto.

Le pattuglie coinvolte, dotate di opportuna strumentazione, hanno focalizzato l’attenzione dei controlli sui pneumatici, quindi verificando innanzitutto la loro rispondenza alla carta di circolazione e la loro conformità/idoneità al Codice della Strada. Questi i risultati delle non conformità su scala nazionale:
Pneumatici lisci: oltre 8 vetture su 100
Pneumatici: circa la metà delle vetture è equipaggiata in estate con pneumatici invernali ad alte prestazioni per marcia su neve
Pneumatici danneggiati visibilmente: circa 6 vetture su 100
Pneumatici non omogenei: oltre 5 vetture su 100
Pneumatici non conformi: circa 20 vetture su 100
Veicoli con pneumatici non conformi e senza revisione: 27 vetture su 100

Vacanze Sicure è una campagna storica, un esempio virtuoso di collaborazione tra pubblico e privato per contribuire a migliorare la Sicurezza Stradale. 21 anni fa ci fu la prima edizione con 5.000 controlli sui pneumatici effettuati dalla Polizia Stradale del Compartimento per la Lombardia e sconcertante fu l’evidenza che il 10% del campione presentava pneumatici lisci. La sorpresa e la preoccupazione fu molta. Tuttavia, bisogna rilevare che in quegli anni la sensibilità sulla sicurezza stradale e sui dispositivi di sicurezza era alquanto limitata se non assente. Infatti, non vi era nemmeno l’obbligo di allacciare le cinture di sicurezza per tutti i passeggeri e comunque era una pratica abbondantemente disattesa. Allora i pneumatici non avevano alcun tipo di attenzione da parte dell’automobilista e nessuno considerava che questi potessero esercitare un ruolo di sicurezza attiva, cioè prevenire o evitare un incidente stradale, non ridurne gli effetti come nel caso dei dispositivi di sicurezza passiva.

A conferma di ciò, un’indagine condotta in quegli anni fra gli automobilisti, evidenziava che i pneumatici non erano menzionati né tra i dispositivi di sicurezza attiva, né tra quelli di sicurezza passiva. Nel 2018 Assogomma ripeté questa indagine chiedendo nuovamente agli automobilisti quali fossero i più importanti dispositivi di sicurezza delle loro vetture. Questa volta, gli automobilisti risposero mettendo i pneumatici al secondo posto dopo i freni e prima delle cinture di sicurezza. Un cambio di asintoto che non è avvenuto casualmente ma è frutto di una serie di iniziative ed attività per diffondere la conoscenza dell’importanza dei pneumatici ai fini della sicurezza stradale, ivi compresi i numerosi progetti condivisi con la Polizia di Stato.

Anche il legislatore contribuì notevolmente a radicare questa nuova e positiva sensibilità introducendo con la legge 120 del 2010 sanzioni quintuplicate per la vendita, il montaggio e la detenzione dei più importanti dispositivi di sicurezza che, guarda caso, sono gli stessi indicati dagli automobilisti come fondamentali per la sicurezza stradale: freni, pneumatici e cinture di sicurezza. I controlli effettuati dalla Polizia Stradale oltre vent’anni fa, fecero emergere il fenomeno del pneumatico liscio, quotandolo in circa il 10% dei veicoli in circolazione. Questa percentuale si ridusse progressivamente fino a toccare il livello più basso nel 2013 con una percentuale media del 2,7%. In un decennio il fenomeno si era ridotto del 73%, da 10 macchine su 100 si era passati a meno di 3 vetture su 100. A partire dagli anni successivi questa percentuale di pneumatici lisci ha invertito la tendenza e ormai negli ultimi quattro anni si è attestata attorno al 9%. Siamo praticamente ritornati ai livelli di venti anni fa!

Questo cambiamento in negativo si accompagna a un analogo trend riflessivo o comunque stagnante, del numero degli incidenti stradali e dei morti sulle strade. Le ragioni di questo mutato indirizzo presumibilmente possono essere riferite ad un calo di attenzione nei confronti della sicurezza stradale ed in questo senso il recente richiamo del Direttore dell’ETSC (European Transport Safety Council), Antonio Avenoso, ai nuovi eurodeputati e Commissari europei ad intervenire con specifici provvedimenti per far sì che le nuove tecnologie presenti sui veicoli di recente generazione siano accompagnate da interventi a favore della manutenzione periodica dei veicoli. L’assenza di interventi per favorire la manutenzione dei veicoli e la conseguente perdita di potere di acquisto dei consumatori hanno sicuramente avuto diretti effetti solo sul cambio di autovetture ma anche sul cambio dei pneumatici, facendo esplodere il numero dei veicoli che circola con pneumatici lisci.

Vale la pena di ricordare che una gomma liscia su fondo bagnato allunga lo spazio di frenata e altera il normale comportamento del veicolo. Questo perché in caso di pneumatici lisci gli intagli presenti sul battistrada non riescono a svolgere pienamente la loro funzione ovverossia evacuare l’acqua che si trova sul manto stradale. In caso di profondità di scolpitura del battistrada prossima al limite di usura e di manto stradale allagato si può innescare il fenomeno dell’aquaplaning letteralmente "slittamento sull'acqua". In tale situazione il veicolo in movimento galleggia su uno strato d'acqua facendo perdere l’aderenza della gomma all’asfalto con conseguente possibile perdita di controllo del veicolo.




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