A due anni dal primo "memorandum d’intesa" tra Eni e Gazprom, South Stream, il colossale gasdotto che porterà il gas dei giacimenti del Caspio in Europa, attraversando il Mar Nero e i Balcani, ha superato l’ultimo ostacolo. Vladimir Putin ha strappato a Tayyp Erdogan l’autorizzazione ad attraversare le acque territoriali turche. In un vertice a cui hanno partecipato anche il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e, per Eni, l’amministratore delegato Paolo Scaroni, il primo ministro russo e quello turco hanno firmato i termini dell’accordo. Ankara ha avuto in cambio da Mosca l’appoggio per la costruzione dell’oleodotto Samsun-Ceyhan, l’aiuto per la costruzione della prima centrale nucleare turca, la realizzazione di una serie di unità per lo stoccaggio del gas. «Siamo orgogliosi – ha commentato Berlusconi – si tratta di un grande successo della nostra diplomazia commerciale». Un accordo, ha aggiunto il premier, che arriva «quando l’Europa tutta sta guardando al futuro per garantirsi i rifornimenti energetici».La Turchia – che meno di un mese fa ha dato il suo via libera anche al progetto alternativo a South Stream, il gasdotto Nabucco voluto dall’Unione europea e dagli Stati Uniti – rafforza così la sua ambizione di proporsi come snodo decisivo dei canali che portano l’energia in Europa. Una carta spendibile anche nelle trattative per entrare nell’Unione europea. La Russia, che già fornisce un quarto del fabbisogno di gas naturale del Vecchio continente, protegge la sua posizione privilegiata. L’Eni, che come Gazprom avrà il 50% del progetto, accresce il suo ruolo di punta tra i grandi gruppi europei dell’energia.South Stream avrà una portata di 63 miliardi di metri cubi annui e costerà 8,6 miliardi di euro. Partirà dalla costa russa di Beregovaya e, attraversando 900 chilometri di Mar Nero a profondità massime di 2 chilometri, raggiungerà la Bulgaria. Da lì si dividerà in due tronconi: uno diretto in Puglia, l’altro andrà verso Nord, fino in Austria. Un tragitto che alla Russia serve per evitare nuovi conflitti con l’Ucraina, come quelli dell’ultima crisi del gas, che a dicembre 2008 hanno lasciato senza riscaldamento una parte d’Europa. Putin ed Erdogan hanno assicurato che il gasdotto non è in competizione con il Nabucco. «Tutti e due i progetti possono essere realizzati» ha spiegato il primo ministro russo, che però sta cercando di stringere i tempi per completare l’operazione prima del consorzio europeo rivale. Già a novembre i tecnici italiani e quelli russi inizieranno gli studi e le esplorazioni, per riuscire ad avviare le costruzioni l’anno prossimo. Entro il 31 dicembre del 2015 il gasdotto dovrà essere operativo e il primo gas naturale, proveniente dai giacimenti russi, azeri e kazaki, raggiungerà il Vecchio Continente.Gli accordi sono stati tutti siglati tra Mosca e Ankara, ma la presenza italiana non era solo simbolica. Intanto Eni parteciperà anche al progetto Blue Stream, gasdotto che, sempre dalla costa russa, si dirigerà verso il Medio Oriente. E per il gruppo italiano è decisivo anche l’appoggio russo per il progetto Samsun-Ceyhan, al quale Eni partecipa assieme alla turca Calik Holding. È un gasdotto che attraversa la Turchia da Nord a Sud, dal Mar Nero al Mediterraneo.