Il presidente
Giorgio Napolitano è rientrato in anticipo dalle vacanze per seguire da vicino le mosse anticrisi del governo. Nel pomeriggio ha incontrato
Berlusconi e Tremonti. Prima di salire al Quirinale, il premier ha incontrato
Mario Draghi. Napolitano ha visto anche anche
Casini e
Bersani.Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è intervenuto stamattina in Parlamento davanti alle commissioni congiunte per analizzare il perdurare della crisi economica e spiegare le misure che il governo intende adottare. "L'articolo 81 della Costituzione non costituisce un caso di successo - ha esordito Tremonti, riferendosi alla necessità di modificare la norma che disciplina il bilancio dello Stato - Ora abbiamo il terzo quarto debito pubblico nel mondo".Secondo Tremonti, la scelta di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione è "una scelta che segna la fine di un'epoca nella quale l'Occidente poteva piazzare titoli ai valori che voleva". Oggi viviamo in un'epoca "che costringe a scelte di maggior rigore: non puoi spendere più di quello che prendi soprattutto se con riluttanza prendono i tuoi titoli".Tremonti ha poi ammesso che le difficoltà economiche del momento sono notevoli. Da giugno, quando si è scritta la manovra, "la crisi ha preso un corso diverso, non ancora finito e non facile da prevedere nella sua dinamica. Io non sono accreditabile per formule ottimistiche, casomai per prudenza".
LA RICETTA DI TREMONTITremonti ha quindi indicato i possibili rimedi per sistemare i conti pubblici e rilanciare l'economia. Sul lato della crescita serve "la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dei servizi professionali e la privatizzazione su larga scala dei servizi locali".Per il
mercato del lavoro l'ipotesi da mettere in campo è "una spinta alla contrattazione a livello aziendale, con il superamento del sistema centrale rigido" ma anche "il licenziamento del personale compensato con meccanismi di assicurazione più felici", una sorta di "diritto di licenziare".Tra le ipotesi allo studio per far fronte alla crisi, dice Tremonti, c'è anche quella di
"tagliare gli stipendi dei dipendenti pubblici".
Necessario anche "
intervenire con maggior incisività sui costi della politica. Dobbiamo tornare sulla materia non solo sui costi dei politici, non solo su quanto prendono ma anche su quanti sono. C'è un effetto di blocco, di manomorta".Infine, il tema dei
prelievi sulle rendite finanziarie: "La scelta è stata definita con un allineamento delle aliquote. La scelta è stata fatta in sede di riforma ma non abbiamo nulla in contrario ad un intervento diretto. Fermi i titoli di Stato, e prevedendo una riduzione della tassazione della raccolta postale che è al 27%, tutti i titoli finanziari verrebbero tassati dal 12,5% al 20%"
Pierluigi Bersani, leader del Pd, ha commentato così: «La nostra impressione è l'assenza di idee e di compattezza in questo Governo e in questa maggioranza». Bersani ha poi aggiunto: «È tempo di agire, spero che al governo non tremino i polsi. Vi invito a decidere: noi porteremo le nostre proposte». Bersani ha poi chiesto una stretta sull'evasione fiscale, auspicando che "chi ha di più dia di più", come già chiesto ieri dalla presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. Su questo punto Tremonti ha assicurato che il governo studia "
forme più forti di contrasto all'evasione fiscale, soprattutto nei casi di omessa fattura o scontrino".Critico anche
Pierferdinando Casini, che si è rivolto a Tremonti con parole sferzanti: «Mi auguro che lei abbia le idee così chiare che non ci ha detto nulla per non bruciare il decreto. Perchè io ho capito più dai giornali che non dalle sue dichiarazioni».
MAL DI PANCIA NEL PDLL'intervento di Tremonti non è piaciuto a quattro deputati del Pdl: «Ora aspettiamo il decreto. Con una sola avvertenza. Il nostro voto parlamentare non è affatto scontato». Firmato Giorgio Stracquadanio, Guido Crosetto, Lucio Malan e Isabella Bertolini. Il comunicato diffuso dal quartetto aveva un titolo eloquente: "Tremonti a dir poco deludente".