L'ex ceo di Tim, Amos Genish (Ansa)
L'amministratore delegato Amos Genish è stato costretto a lasciare Tim dopo un cda straordinario. Immediati gli effetti a Piazza Affari dove il titolo, in altalena dalla prima mattinata, cede l'1,58. Il consiglio di amministrazione di Tim si è riunito questa mattina in via straordinaria ed ha revocato con decisione assunta a maggioranza e con effetto immediato tutte le deleghe conferite al consigliere Amos Genish e ha dato mandato al presidente di finalizzare ulteriori adempimenti in relazione al rapporto di lavoro in essere con lo stesso. Le deleghe revocate al consigliere Amos Genish sono state provvisoriamente assegnate al presidente del consiglio di amministrazione Fulvio Conti, anche se i rumors indicavano la possibilità di una scelta interna con la nomina di Rocco Sabelli o di Alfredo Altavilla. Una nuova riunione del consiglio di amministrazione è stata convocata per il giorno 18 novembre 2018 al fine di provvedere alla nomina di un nuovo amministratore delegato.
"Il consiglio di amministrazione - si legge in una nota della società - ringrazia Amos Genish per il lavoro svolto nell'interesse della società e di tutti i suoistakeholders in questi quattordici mesi di intensa attività". In un primo momento si era diffusa la notizia delle dimissioni volontarie dello stesso Genish. La sua uscita di scena era nell'aria da settimane con indiscrezioni continue. La sfiducia che ha portato alla revoca delle deleghe è giunta dai dieci consiglieri espressione del fondo Elliott mentre i cinque in quota Vivendi avrebbero confermato il sostegno al manager.
"È stata una mossa molto cinica e volutamente pianificata in segreto, per creare la massima destabilizzazione e influenzare i risultati di Tim". È un portavoce di Vivendi, azionista di maggioranza del gruppo telefonico con il 24%, a criticare così la decisione assunta "mentre il ceo stava negoziando a nome di Tim e portando avanti i suoi doveri dall'altra parte del mondo". "Denunciamo la destabilizzazione di questa decisione e il metodo vergognoso" ha aggiunto. Al fondo Elliott, che ha la maggioranza nel board, non piaceva il piano di Genish di scorporare la rete mantenendone il controllo, invece che lasciarne andare più del 51 per cento. A Vivendi toccherebbe come unica possibilità convocare un'assemblea per riprendere il controllo della governance. Genish era stato voluto da Vivendi, ma poi confermato anche dal fondo Elliot che - anche grazie al 5% circa di capitale in mano alla Cdp - ha ottenuto il ribaltone del consiglio di amministrazione dopo l'ultima assemblea.
Nelle ultime giornate a tenere banco è stato il progetto del governo per favorire l'unificazione delle reti di Tlc e promuovere lo sviluppo della fibra, che consente velocità di navigazione superiori. L'obiettivo è creare una rete unica tra Telecom e Open Fiber