ANSA
Chiusura a ogni proposta o mediazione. Alla fine di lunghe ore di trattative tra i sindacati, il ministero delle Imprese e del made in Italy e i delegati di Wartsila, storica industria di motori navali, non si è trovato l'accordo costruttivo che aspettava la città di Trieste per la sua industria più in difficoltà al centro di una mobilitazione che prosegue da mesi, coinvolgendo proprio tutti. Né sull'attesa sintesi fra le attese dei 300 lavoratori e le disponibilità, assai limitate, della multinazionale finlandese, né su un primo accordo sulla proroga degli ammortizzatori sociali, scaduti il 31 dicembre scorso, si è riusciti a elaborare un accordo condiviso.
Un’intesa era necessaria come presupposto sul quale far partire la reindustrializzazione, che tra l’altro vede l’Ansaldo interloquire con Mitsubishi in nuovi programmi, ancorché distinti, di sviluppo. Al centro del lungo confronto, in taluni passaggi al limite della rottura, la ricerca di un compromesso tra posizioni: lavoratori e sindacati chiedono almeno sei mesi di contratti di solidarietà, fino a giugno, in cambio i finlandesi pretendono garanzie sul disimpegno a partire da luglio, con uno sconto di due mesi rispetto agli otto previsti dalla procedura propedeutica al licenziamento. Non solo, Wartsila non intende farsi carico degli stipendi dei 300 addetti in esubero una volta avviata la procedura attraverso nuovi ammortizzatori sociali.
Le Istituzioni, con la Regione molto attiva anche al tavolo della trattativa, spingono per la proroga dei contratti di solidarietà per avere il tempo di perfezionare l’accordo di programma con Ansaldo Energia, interessata a produrre impianti per ricavare energia dall’idrogeno verde, magari in collaborazione con giapponese Mitsubishi. Tra i temi del contenzioso, anche la richiesta, da parte di Wartsila di trasferire alcuni macchinari dallo stabilimento di Bagnoli della Rosandra. I lavoratori, dal canto loro, hanno manifestato qualche dubbio sui tempi lunghi dell’operazione Ansaldo.
Era intervenuta nei giorni scorsi Confindustria Alto Adriatico ad assicurare sul piano industriale, ammettendo che i tempi sono lunghi, ma che «i passi risultano concreti» e specificando che la stessa Ansaldo Energia ha garantito al ministero che l’interlocuzione con Mitsubishi è ancora attiva.
«Pentiti di aver dato credito ad una azienda che, fin da subito, si è mossa in modo scomposto, ed amareggiata perché non più di 10 giorni fa sono stati chiesti ulteriori fondi al Ministero, ben sapendo che oggi però non si sarebbe raggiunto l'accordo. La mancata firma è quindi un atto scellerato» ha commentato l'assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen al termine della riunione a Roma nella sede del ministero delle Imprese e del made in Italy durante la quale si è cercato con l'azienda finlandese di trovare un accordo sui contratti di solidarietà per i 300 lavoratori della Wartsila.
A conclusione della serata, Rosolen si è detta «basita «alla luce del credito dato in questo anno e mezzo a Wartisla, azienda che all'inizio della procedura, ha mentito al Ministro. Nonostante quella "brutta partenza" e dopo le sentenze dei giudici, e nonostante questo agire scomposto, abbiamo sempre cercato un dialogo». «Sono amareggiata - ha aggiunto ancora l'assessore regionale - perché tutto l'ultimo mese è stato un susseguirsi di passaggi surreali. Non va dimenticato che il 28 dicembre, non più di 10 giorni fa, Wartsila ha chiesto ulteriori fondi al Ministero».
A questo punto è presumibile che la multinazionale finlandese decida di aprire la procedura prevista dalla legge 234, che si concluderebbe con il licenziamento di 300 unità circa tra otto mesi. Intanto va ricordato che operai e impiegati di Wartsila che dal 1° gennaio non hanno nessuna copertura. A tal proposito ha manifestato ripetutamente preoccupazione anche il vescovo di Trieste, monsignor Enrico Trevisi.