mercoledì 5 agosto 2015
In Calabria un prestito costa il doppio che in Piemonte. Tassi record e troppe sofferenze. Senza credito il Mezzogiorno non si salva.
Oltre il buio a Mezzogiorno di Leonardo Becchetti
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Tra il 2010 e il 2014 le banche hanno ridotto di 12 miliardi di euro il credito concesso alle cinquanta maggiori società italiane, calcola l’ufficio studi di Mediobanca. È un dato negativo ma in qualche modo anche rassicurante: in quei quattro anni l’ammontare totale dei prestiti del sistema bancario alle aziende non finanziarie è sceso da 846 a 808 miliardi di euro, se questo taglio da 38 miliardi fosse stato scaricato tutto sulle piccole e medie imprese — che sono notoriamente “l’ossatura” produttiva del paese — probabilmente oggi l’economia nazionale starebbe anche peggio.Certo, è una consolazione ben magra. Nonostante gli sforzi monetari della Banca centrale europea, che spera di riuscire a fare arrivare alle imprese della “periferia dell’euro” i 60 miliardi immessi ogni mese nel sistema attraverso il Quantitative easing, la scarsità di credito resta uno dei principali ostacoli alla ripresa italiana. A maggio, ultimo mese per il quale la Banca d’Italia ha messo a disposizione i dati, l’ammontare totale dei prestiti alle imprese era di 802,8 miliardi di euro, quasi 8 in meno rispetto a gennaio e quasi 20 miliardi in meno rispetto a un anno fa. Le banche continuano a ritirare fidi e prestiti, anche se a un ritmo minore rispetto allo scorso anno, e all’orizzonte non sembrano esserci grandi svolte. Soprattutto al Sud. Perché ci sono problemi seri in tutti i tradizionali passaggi del credito.A partire dalle richieste di prestiti, che restano scarse e di cattiva qualità. Secondo le rilevazioni della Banca d’Italia, dal 2011 al 2013 la domanda di credito delle imprese è calata in tutte le aree del paese. Si è risvegliata all’inizio del 2014 nel Nordest, qualche mese dopo al Nordovest e al Centro, al Sud è ancora in calo. Quella che aumenta di più, però, è la domanda di credito “cattivo”: crescono (dovunque, anche al Sud) le richieste di prestiti che servono a ristrutturare vecchi debiti diventati insostenibili. Crescono ovunque anche le domande di credito per avere una sufficiente qualità di capitale circolante. Mentre cresce poco, e solo al Nord, la richiesta di crediti per fare investimenti, che è la “domanda buona”, il finanziamento orientato alla crescita. Prima di lanciarsi in grandi progetti, evidentemente, le aziende vogliono vedere come si evolverà la situazione. Il +0,8% di Pil previsto per quest’anno non è uno di quei dati che generano negli imprenditori un’irrefrenabile voglia di investire... Difatti le previsioni di investimento sono ancora molto caute: crescono molto quelle delle grandi imprese (+7,7% la media nazionale, con un +7,5% al Sud), ma quelle delle imprese con meno di cinquanta addetti scendono in tutto il paese (-4,8%), e più forte al Sud (-7,3%) e al Nordest (-7,4%).Questa domanda di credito non entusiasmante arriva agli sportelli di banche già alle prese con esigenze patrimoniali rese molto più rigide dalla Banca centrale europea e, soprattutto, con il grosso problema delle sofferenze, che sono poi il cattivo credito concesso negli anni passati a imprese oggi incapaci di rimborsarlo. Saliti a quasi 193,7 miliardi di euro, 25 miliardi in più rispetto a un anno fa, i prestiti che le aziende non stanno onorando sono ormai al 15% dei crediti concessi. Questo dato, però, è molto differenziato a livello territoriale: al Sud il rapporto tra sofferenze e crediti totali è del 25,7%, con Molise, Calabria e Campania che superano il 30%, al Centro è al 18%, mentre al Nord è a livelli più “europei”; 12,4% al Nordest, 10,5% al Nordovest. Ci sono situazioni che sembrano fuori controllo: sono in sofferenza più della metà dei prestiti concessi alle imprese edili siciliane, in Calabira le aziende manifatturiere non stanno rimborsando il 56,4% dei prestiti ottenuti.Il risultato finale è che anche quando c’è da chiedere soldi in banca l’Italia è spaccata. Un’analisi diffusa ieri da Confartigianato (a fianco il grafico, ndr) rivela che il tasso medio effettivo applicato da una banca su un prestito a breve termine è del 5,53% al livello nazionale, ma cambia in maniera più che significativa da una regione all’altra. Nel Mezzogiorno il tasso medio è del 7,6%, nel Centro-Nord al 5,24%. In Piemonte, al Regione in cui il credito è più economico, l’interesse medio applicato è del 4,53%. In Calabria, la regione del credito più cotoso, il tasso medio è del 8,89%. Più del doppio. Nello stesso paese.
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