«È innegabile che tutta l'attività umana, e quindi anche il lavoro, si svolge all'interno della cultura e interagisce con essa, e quindi tra economia e cultura esiste un rapporto di reciprocità; ma deve restare fermo e chiaro il primato della cultura, se non si vuole entrare nella giungla di un mercato senza regole perché senza valori». È quanto ha detto il cardinale
Angelo Bagnasco intervenendo nel pomeriggio al convegno nazionale dei direttori diocesani della pastorale sociale, che si tiene a Rimini da oggi al 28 ottobre.«E i valori - ha aggiunto - se non si riferiscono alla dignità della persona, che cosa hanno da offrire di così alto da poter obbligare moralmente? Sta dunque qui il criterio per valutare la dignità del lavoro, se è conforme alla dignità dell'uomo: qualunque lavoro non ha una dignità o un valore in se stesso in modo assoluto, ma è sempre relativo, cioè in relazione a ciò che ne è l'unità di misura, l'uomo».«Un lavoro - ha detto il porporato - può essere ambito in rapporto al guadagno, al potere, al prestigio, alla fama che procura, ma non sarà dignitoso se chiede al lavoratore di rinunciare ai valori che rendono la vita degna di essere vissuta: guadagnare la vita ma perdere le ragioni del vivere è indegno dell'uomo perchè non lo realizza nella sua umanità».