mercoledì 4 maggio 2011
Ok al piano dall'88% dei lavorati. Fiat: la firma, poi investiamo. Sono 550 milioni di euro per mettere la fabbrica in grado di costruire le nuove berline.
- Fiom prigioniera di se stessa di Francesco Riccardi
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Alla ex Bertone hanno stravinto i "sì". Con l’88% dei voti i lavoratori delle Officine Automobilistiche Grugliasco hanno accettato le condizioni di Fiat: l’applicazione del contratto nazionale firmato tra l’azienda e Fim-Cisl, Uilm e Ugl lo scorso 29 dicembre. Adesso tocca alla Fiat, che dovrà andare avanti con il piano promesso: 550 milioni di euro per mettere la fabbrica in grado di costruire le nuove berline Maserati, 50 mila all’anno.La partecipazione è stata altissima: si sono presentati per votare 1.010 lavoratori su 1.087. La vittoria del no sarebbe stato un altro colpo di scena, dopo che anche i delegati della Fiom (con il 65% dei voti alle ultime elezioni per le Rsu, la sigla più rappresentativa della fabbrica), all’assemblea di lunedì mattina hanno consigliato ai colleghi di votare per il "sì", «per togliere alla Fiat ogni alibi per non fare l’investimento» spiega il più esperto di loro, Pino Viola.Quella indicazione di voto ha messo i metalmeccanici della Cgil in una condizione anomala. I delegati hanno finito per accettare un accordo che la Fiom a livello nazionale non riconosce. «C’è totale sintonia tra la Fiom nazionale e i delegati alla ex Bertone – assicura il segretario provinciale Federico Bellono – abbiamo deciso assieme che votare a favore fosse il modo migliore per disinnescare il ricatto della Fiat». Sta di fatto, però, che la Fiom ha votato sì a un accordo che non condivide. E questa è «una sconfitta clamorosa per la dirigenza della Fiom» ha detto Raffaele Bonanni per la Cisl. La vittoria dei sì per Bonanni è «una svolta nella vicenda Fiat». Luigi Angeletti dalla Uil ha chiesto alla Fiom di firmare ufficialmente l’accordo. Per il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, «il buonsenso ha prevalso sull’ideologia». Ora che Grugliasco ha detto sì i delegati Fiom (10 su 16) si dimetteranno. Oggi chiederanno la verifica della fiducia dei lavoratori nei loro rappresentanti, anche se le altre sigle non accettano questa strategia. Probabilmente i delegati Fiom torneranno a giustificare le loro scelte. Viola ha anche spiegato che i metalmeccanici Cgil sperano che prima dell’avvio dell’accordo, che partirà dal 2012, «le cose possano cambiare anche grazie alle sentenze dei Tribunali del lavoro». Dopo otto giudizi a favore, l’ultima sentenza è invece contro la Fiom: il giudice del lavoro di Torino ha integralmente respinto il ricorso per comportamento antisindacale promosso dal sindacatonei confronti di Prima Industrie. La Fiom chiedeva di applicare a tutti i lavoratori il contratto 2008 (quello firmato da tutti i sindacati) mentre il giudice ha chiarito che l’azienda può applicare il contratto del 2009 ai suoi lavoratori lasciando però in vigore il contratto 2008 (quello firmato dalla Fiom) per gli iscritti alla sigla della Cgil e a chi lo chiedesse. Questo fino alla scadenza del vecchio contratto, cioè fine anno. Federmeccanica, intanto, ha chiarito che sconsiglia alle sue aziende di non concedere gli aumenti a chi vuole il vecchio contratto.Fiat si gode così un altro referendum vittorioso. L’azienda ha scritto che «apprezza il grande senso di responsabilità dimostrato dai dipendenti» e che aspetterà la «disponibilità» dei sindacati a formalizzare la proposta dell’azienda così come «l’esistenza delle condizioni applicative necessarie» per avviare gli investimenti. Il sì di Grugliasco non è stata l’unica bella notizia di ieri per il Lingotto. Moody’s ha infatti concesso giudizi positivi (B2) ai bond che Chrysler si prepara ad emettere per rifinanziare il proprio debito. Il prestito da 3,5 miliardi ha un giudizio Ba2. «È un ulteriore passo avanti» ha commentato soddisfatto Sergio Marchionne.
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