lunedì 12 agosto 2024
La stima dell'Ocse sul primo trimestre 2024 indica un +3,4%, il dato migliore rispetto a quello del G7. Merito dei rinnovi contrattuali e dei trasferimenti sociali. Ma c'è ancora molto da recuperare
Famiglie in coda a Fiumicino per partire per le vacanze estive: la ripresa dei redditi ha favorito la risalita del turismo nazionale

Famiglie in coda a Fiumicino per partire per le vacanze estive: la ripresa dei redditi ha favorito la risalita del turismo nazionale - Ansa

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Qualcosa finalmente si muove sul fronte dei redditi delle famiglie italiane. L’Ocse, l’organizzazione di studi economici delle economie sviluppate, ha pubblicato lo studio sull’andamento nel primo trimestre del 2024 dei redditi reali, quelli che tengono conto della crescita dell’inflazione.

L’Italia è in testa ai Paesi del G7 inclusi nell’indagine: i redditi reali delle famiglie sono cresciuti del 3,4% rispetto al trimestre precedente, con un ritmo che è quasi il quadruplo della media Ocse (0,9%) e oltre il doppio rispetto alla Germania, che ha segnato il secondo maggiore aumento con un +1,4%. In Francia i redditi reali sono saliti dello 0,6% e in Spagna (che però non fa parte del G7) dell’1,5%. Negli Stati Uniti l’incremento è stato dello 0,2% e in Gran Bretagna dello 0,3%.

Effetto di contratti, trasferimenti pubblici e inflazione bassa

Il “caso Italia” si spiega con più fattori. L’Ocse sottolinea che l’aumento dei redditi è stato sostenuto principalmente da un incremento delle retribuzione dei lavoratori dipendenti e dai trasferimenti sociali alle famiglie. Soprattutto grazie al rinnovo di diversi contratti nazionali tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, l’inizio di quest’anno ha portato un balzo del 2,8% delle retribuzioni medie lorde dei lavoratori dipendenti, con i settori legno-carta-stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e metalmeccanico (+6,1%) che hanno avuto i migliori rialzi.

Allo stesso tempo l’Italia ha beneficiato più di altri della discesa dell’inflazione, che resta molto più bassa della media della zona euro: l’ultimo dato, quello di luglio, indica un aumento annuo dei prezzi dell’1,7%, contro una media dell’area euro del 2,6% e tassi ancora molto elevati in alcuni Paesi del Nord Europa: in Belgio l’inflazione è salita fino al 5,5%. Infine il balzo in avanti del primo trimestre arriva dopo un calo leggero (dello 0,5%) alla fine del 2023, in controtendenza con una crescita dello 0,3% nella media dell’area Ocse.

L'andamento dei redditi e del Pil nel primo trimestre 2024

L'andamento dei redditi e del Pil nel primo trimestre 2024 - Ocse

Tanto terreno da recuperare

Un +3,4% è comunque una crescita molto forte, allo stesso tempo però l’Italia resta uno dei pochissimi Paesi dell’area dell’Ocse in cui i redditi reali sono ancora sotto i livelli di quindici anni fa: nel primo trimestre di quest’anno siamo ancora sotto del 5,4% rispetto al 2007. In questi quindici anni i redditi delle famiglie tedesche sono saliti del 15%, quelli delle famiglie francesi del 12% e quelli delle famiglie spagnole dell’1,5%. Solo in Grecia le famiglie hanno perso più potere d’acquisto, con redditi reali ancora sotto di oltre il 20% rispetto a quelli di prima della grande crisi finanziaria.

La maggioranza ha rivendicato questa crescita come un successo del governo «Finalmente i redditi in Italia stanno crescendo più dell’inflazione, dopo anni di perdita di potere d’acquisto delle famiglie» ha scritto lo staff del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nei post sui suoi profili nei social network, aggiungendo che «c’è ancora moltissimo da fare, ma questi segnali ci dicono che siamo sulla strada giusta».

La sfida della produttività

Il recupero dei redditi passa inevitabilmente anche da una risalita del Prodotto interno lordo: difficilmente un’economia che non cresce può portare un aumento dei redditi delle famiglie. Su questo fronte i dati dell’Ocse sono positivi ma confermano che l’Italia ha ancora da fare: la crescita del Pil per abitante nel trimestre è stata dello 0,37%, sopra la media dell’area (+0,33%) ma non sufficiente a ritrovare i livelli del 2007, anno di inizio di queste serie statistica. Dei trentotto Paesi dell’Ocse, solo tre sono ancora sotto i livelli di Pil pro capite di quindici anni fa. La Grecia, il Lussemburgo e, appunto, l’Italia.

È il problema della produttività, cioè della capacità di generare ricchezza in modo efficiente tramite il lavoro. Non è un caso che il tema della produttività sia stato messo al centro delle Considerazioni finali di Fabio Panetta, presidente della Banca d’Italia, lo scorso fine maggio: «Guardando al futuro – ha avvertito il governatore –, l’economia italiana potrà conseguire ritmi di sviluppo sostenuti se saprà, da un lato, affrontare le conseguenze del calo e dell’invecchiamento della popolazione e, dall’altro lato, imprimere una decisa accelerazione alla produttività».

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