Segno meno per il Pil che nel terzo trimestre 2011 registra un calo congiunturale dello 0,2%, il primo dato negativo dal quarto trimestre del 2009. Il dato fa temere l'avvio di una recessione anche se tecnicamente, la recessione si verifica quando due trimestri consecutivi danno il segno meno. Secondo i dati forniti dall'Istituto, il prodotto interno lordo è salito dello 0,2% rispetto al terzo trimestre 2010, mentre la crescita acquisita per il 2011 è pari allo 0,5%. Il terzo trimestre del 2011 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno del terzo trimestre 2010.Tutte le componenti della domanda interna sono risultate in diminuzione. Le importazioni si sono ridotte dell'1,1%, le esportazioni sono cresciute dell'1,6%. La domanda nazionale, al netto delle scorte, ha sottratto 0,4 punti percentuali alla crescita congiunturale del Pil (-0,1 i consumi delle famiglie, -0,1 le spese della Pa e -0,2 gli investimenti). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del Pil (-0,5 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,8 punti percentuali. Andamenti congiunturali negativi si rilevano per il valore aggiunto dell'agricoltura (-0,9%) e dell'industria (-0,1%), mentre il valore aggiunto dei servizi è rimasto stazionario.In aumento la spesa delle famiglie che ha registrato, complessivamente, un aumento tendenziale dello 0,3%. Gli acquisti di servizi sono cresciuti dell'1,6%, quelli di beni durevoli dello 0,4%, mentre i consumi di beni non durevoli hanno mostrato un forte calo (-0,8%). Gli investimenti fissi lordi hanno segnato una diminuzione del 2,0%; in particolare, si registra una flessione degli investimenti in mezzi di trasporto (-9,6%) e in costruzioni (-3,2%), mentre è aumentata la spesa in macchinari e altri prodotti (+1,4%).Le borse non hanno risposto positivamente al 'boom' delle richieste all'asta di finanziamento a tre anni, per quantitativi illimitati, indetta dalla Bce: dopo un avvio positivo, i mercati hanno avuto una reazione tiepida e hanno invertito la rotta. Le domande sono state per 489,191 miliardi di euro da parte delle 523 banche europee che hanno partecipato all'operazione.I prestiti sono concessi a un tasso fisso agevolato dell'1%. L'operazione odierna della Bce è senza precedenti e punta ad evitare un credit crunch, una crisi di liquidità sul mercato interbancario, oltre a fornire alle banche soldi cash, che gli istituti potranno girare all'economia reale e cioè alle imprese e ai consumatori.