La sede di Standard & Poor's (Ansa)
Le Borse europee aprono la settimana in maniera positiva, in linea con i futures americani che viaggiano stabilmente in terreno positivo. Piazza Affari (+2,5%) guida ilistini del vecchio continente dopo il mancato taglio del rating all'Italia da parte di S&P. Sprint delle banche. Con il Ftse Mib ed il FtseAll-share gli istituti di credito la fannoda padrone con in testa Carige che guadagna il 10,8% a 0,0051euro. Si mette in mostra anche Mps (+7%) a 1,51 euro. Viaggiano solidamente in terreno positivo Banco Bpm (+5,5%) eUbi (+5,1%), Bper (+4,1%), Unicredit (+4%) e Intesa (+3,3%).Fuori dal listino principale è stata sospesa in asta di volatilità il Banco di Desio mentre era in rialzo teorico dell'8%. Performance positiva per Banca Ifis (+6%) e Popolare di Sondrio (+4%). La Borsa di Milano è spinta dalle banche e dal rialzo di AnsaldoSts (+9,1%) dopo l'opa di Hitachi. In calo lo spread tra Btp e Bund che si attesta a quota 295 con il rendimento del decennale italiano al 3,33%.
L'agenzia Standard & Poor's venerdì ha confermato il rating dell'Italia a BBB. L'outlook è però rivisto al ribasso, ovvero da stabile a negativo. Il giudizio è arrivato al termine di una settimana non felice per la Borsa di Milano e con lo spread in lieve crescita, a quota 310.
Andiamo a vedere le motivazioni. "A nostro avviso, il piano economico del governo rischia di indebolire la performance di
crescita dell'Italia - scrive S&P, sottolineando che il piano "rappresenta un'inversione" rispetto al precedente consolidamento di bilancio e in parte torna indietro sulla precedente riforma delle pensioni. Inoltre non si aspetta più che il debito italiano rispetto al pil continui a calare, in quanto per l'agenzia il piano del governo si base su stime del Pil ottimiste.
Standard & Poor's ritiene quindi che le stime di crescita per l'Italia vadano riviste all'1,1% per i prossimi due anni, contro l'1,4% previsto in precedenza. Inoltre l'aumento dei rendimenti sui titoli di stato italiani avrebbe effetti negativi sull'accesso delle banche ai finanziamenti sul mercato dei capitali: "un ulteriore aumento dei rendimenti potrebbe ridurre la capacità delle banche di finanziare l'economia italiana". Nel complesso poi si prevede un deficit nel 2019 al 2,7% del Pil contro il 2,4 prognosticato dal governo.
Nel mirino anche la parziale riforma previdenziale della "Fornero": "La misura del governo, se attuata in pieno, invertirà a nostro avviso i guadagni della precedente riforma e minaccia la sostenibilità di lungo termine dei conti pubblici".
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