domenica 18 novembre 2018
Dai santuari Piemontesi all'agricoltura sociale ecco alcuni dei progetti sul territorio
il santuario di Oropa

il santuario di Oropa

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Il bando della CRT per restaurare ed animare i santuari

Alle 18 diocesi ed enti ecclesiastici titolari di Santuari in Piemonte e Valle d’Aosta è stato destinato il bando "Santuari e Comunità - Storie che si incontrano" di Fondazione CRT. Presentato qualche tempo fa alla presenza di Monsignor Derio Olivero, delegato per i Beni culturali ecclesiastici della Conferenza episcopale piemontese il bando è teso al recupero e alla valorizzazione del ruolo storico e sociale di 18 Santuari, uno per ogni diocesi piemontese e valdostana attraverso la costruzione e il sostegno di progettualità innovative e con l’aiuto delle realtà territoriali e in partenariato con associazioni non profit.
Tre i "pilastri" su cui dovrà basarsi ogni progetto: la realizzazione di interventi di restauro e recupero dei santuari; iniziative sociali volte a riscoprire e recuperare il ruolo dei santuari quali luoghi di inclusione sociale; iniziative di valorizzazione culturale e turistica che possano favorire lo sviluppo anche economico dei contesti locali. «Con questo progetto la Fondazione CRT porta avanti una sfida innovativa, ispirata al modello Consolata di Torino – ha detto il suo presidente Giovanni Quaglia –. La trasformazione dei santuari, da sempre punti di riferimento storici, culturali e devozionali, in moderni luoghi di coesione e aggregazione sociale, crocevia di persone, storie, comunità. Un obiettivo che vogliamo raggiungere incoraggiando la sinergia tra tutte le forze del territorio, chiamate a costruire e a proporre progettualità innovative, che affianchino al recupero strutturale dei Santuari iniziative sociali e di valorizzazione culturale e turistica». Il bando mette a disposizione uno stanziamento complessivo di 5 milioni di euro. La ripartizione delle risorse rispecchierà gli obiettivi del progetto: circa l’80% per interventi di recupero, 15% per iniziative culturali e di coesione sociale e 5% per matching grant, ovvero il raddoppio delle donazioni raccolte tramite il fundrasing. Proprio sul modello avviato per il Santuario della Consolata è previsto il coinvolgimento di giovani fundraiser specificatamente formati per attivare campagne di raccolta fondi a beneficio delle attività di restauro e delle iniziative sociali e culturali selezionate.


La Golinelli sostiene imprese e startup di scienza della vita

La Fondazione Golinelli nasce a Bologna nel 1988 per volontà dell’imprenditore e filantropo Marino Golinelli: è un esempio unico in Italia di fondazione filantropica privata totalmente operativa, su modelli anglosassoni. Si occupa di educazione, formazione, ricerca, innovazione, impresa e cultura e rivolge la sua azione ai giovani cui intende offrire nuovi strumenti per comprendere il futuro, favorendone l’accrescimento culturale.
La Fondazione ha lanciato per i prossimi anni OPUS 2065, programma di sviluppo pluriennale che vede tra gli obiettivi principali la creazione di nuovi percorsi altamente innovativi di formazione dei giovani e degli insegnanti; un’area di ricerca articolata su differenti campi futuribili del sapere; un sistema di iniziative integrate per il supporto di nuove attività imprenditoriali. Tutte le attività di educazione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico, incubazione, accelerazione, venture capital, divulgazione e promozione sono ospitate nell’Opificio Golinelli. Frutto di un’attenta opera di riqualificazione di uno spazio industriale di 9.000 mq ospita laboratori, aule, uffici, spazi espositivi e un auditorium. Nei primi mesi del 2019 verranno raddoppiati gli spazi di lavoro coperti: la nuova ala ospiterà G-Factor, l’Incubatore-Acceleratore di Fondazione Golinelli ed altre attività di ricerca e trasferimento tecnologico con l’obiettivo di divenire entro tre anni uno dei più importanti centri di riferimento per l’innovazione a livello europeo. La Fondazione ha da poco lanciato Call for Ideas & Start-up First Edition 2018 Life Science Innovation, primo bando internazionale per imprese e startup innovative nel settore delle life sciences che presentino progetti di innovazione e nuove imprese del settore delle scienze della vita, pharma e biotech, medtech, nutraceutica, bioinformatica e bioingegneria. È possibile candidarsi sino all’11 dicembre 2018. La call intende accompagnare nel mercato idee innovative con il supporto di esperti e investitori fin dalle prime fasi di sviluppo; a disposizione 1.000.000 euro, di cui 750.000 erogate in denaro e 250.000 in servizi tramite G-Factor. Possono partecipare, singolarmente o in team, ricercatori professionisti, dottorandi e dottorati, studenti e giovanissimi.


Ferdinando Scianna in mostra a Forlì con i suoi scatti d'Italia

A Forlì, negli spazi espositivi del Complesso di San Domenico, ha trovato casa la mostra retrospettiva dedicata al grande fotografo siciliano Ferdinando Scianna. Circa 200 fotografie in bianco e nero, stampate in diversi formati, per una rassegna che ne attraversa l’intera carriera e che si sviluppa lungo un articolato percorso narrativo, costruito su capitoli diversi e con varie modalità di allestimento.
La mostra è promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì insieme a Civitas srl. Ferdinando Scianna è uno tra i più grandi maestri della fotografia non solo italiana: nato a Bagheria nel 1943 è il primo italiano a far parte dal 1982 dell’agenzia fotografica internazionale Magnum. Ha iniziato raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della Sicilia. Da citare l’esperienza nel mondo della moda con Dolce & Gabbana e Marpessa.
A Forlì la mostra resterà sino al 6 gennaio 2019 per essere poi spostata a Palermo, Venezia e numerose altre città, in Italia e all’estero. «La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì – afferma il suo presidente Roberto Pinza – è felice e orgogliosa del fatto che un artista di levatura internazionale come Ferdinando Scianna abbia scelto i Musei San Domenico per il debutto della sua mostra più complessa e articolata. Questa retrospettiva, di cui colpisce l’altissima qualità del percorso espositivo appositamente concepito per il nostro museo, conferma che la Fondazione ha colto nel segno quando decise, quattro anni fa, di affiancare alle grandi mostre di arte figurativa un ciclo dedicato al mondo della fotografia. Ma soprattutto nel voler creare non solo un’occasione di richiamo turistico-culturale ma – come scrive lo stesso Scianna della sua arte – "una possibilità di racconto delle vicende umane". Tutte le mostre fotografiche promosse dalla Fondazione sono infatti state fonte di ispirazione e oggetto di dibattito nel corso della Settimana del Buon Vivere che ogni anno si confronta con i temi del Benessere Equo e Sostenibile. Perché forse "non si può migliorare il mondo con una fotografia" – sempre citando Scianna – ma lo si può certamente fare se la si prende a spunto per una riflessione aperta e partecipata sulla realtà che ci circonda».


Il progetto di apicoltura e agricoltura sociale. La Venenta di Argelato

Api e galline per l’inclusione sociale: questo è take care, il progetto di agricoltura e apicoltura sociale ideato dalla cooperativa La Venenta di Argelato, (Bologna) e realizzato grazie al sostegno della Fondazione del Monte.
Take Care, ovvero prendersi cura, in questo caso di attività produttive tese alla formazione lavorativa di persone richiedenti asilo e rifugiate. È un percorso in linea con i valori della Comunità Santa Maria della Venenta di cui la Cooperativa fa parte: ispirata ai valori del cristianesimo, ha messo al centro delle attività dei volontari l’accoglienza e il sostegno dei più deboli. Un apiario con 20 arnie, un laboratorio per la produzione di miele biologico, un allevamento sociale di galline ovaiole e un piccolo orto sinergico attività «attraverso le quali i rifugiati e i richiedenti asilo acquisiscono nuove competenze utili non solo per trovare lavoro, ma anche per inserirsi più facilmente nella comunità», spiega la presidente della Fondazione Giusella Finocchiaro. Take Care è inserito nel più ampio progetto di integrazione e accoglienza Bee my job, che ha ricevuto il supporto anche dell’UNHCR. in estate sono iniziati i primi tirocini formativi che si stanno svolgendo nelle due sedi della cooperativa. L’auspicio è che il prossimo anno, con il consolidamento delle attività, i tirocini possano essere trasformati in lavoro stabile e che la cooperativa possa «aprire le porte della formazione anche ad altre persone che vivono situazioni di svantaggio economico o sociale». Anche le famiglie del territorio possono partecipare al progetto adottando una gallina. una piccola donazione annuale aiuta a sostenere i costi di gestione e cura del pollaio e permette di ricevere un certificato di adozione con tutte le informazioni, comprese le normative sanitarie rispettare nel pollaio. Si può anche dare un nome alla "propria" gallina e una volta a settimana si vanno a ritirare le uova. Per gli apiari il tempo di lavorazione è più lungo, perché bisogna aspettare che le api siano cresciute per passare poi alla smielatura. «Grazie al sostegno della Fondazione del Monte – dice Chiara Ricciardelli, presidente de La Venenta – abbiamo ristrutturato uno spazio nella sede della cooperativa che diventerà il laboratorio per la produzione di miele biologico».

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