Il prezzo del gas in Europa è in calo con le forniture dalla Russia in ripresa dall'inizio della settimana. Intanto resta alta l'attenzione per le tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina.
Ad Amsterdam le quotazioni registrano una flessione del 6,54% a 77,25 euro al Mwh. A Londra il prezzo scende del 6,45% a 187,56 penny per Mmbtu. In calo anche il prezzo del petrolio con il Wti a 91,27 dollari al barile (-1,1%) e il Brent a 92,73 dollari (-0,64%).
Negli ultimi mesi c’è stato un aumento del pezzo del gas (che ha toccato il livello massimo a 180 euro del 21 dicembre) che ha avuto ripercussioni pesanti sui costi della produzione industriale e sulle bollette per le utenze domestiche. I motivi alla base dei rincari del prezzo del gas sono diversi. Per prima cosa la ripresa del mercato dell’energia dopo i crolli subiti durante il periodo più caldo della pandemia. Una situazione che ha portato il prezzo del gas a crescere sino al 380%. È aumentata la domanda ed è diminuita l’offerta di materia prima che è diventata quindi più preziosa e costosa. Il calo delle forniture è dovuto soprattutto alla diminuzione imposta dai principali fornitori europei, la Russia e la Norvegia, entrambe vittime di un calo sostanzioso della propria produzione, e di conseguenza delle esportazioni.
A gennaio le forniture russe di gas all’Europa si sono ridotte del 40 per cento rispetto alle attese anche per effetto della situazione geo-politica con l’Ucraina, recuperando leggermente (-20 per cento) negli ultimi giorni. La Russia è di fatto oligopolista se si considera che il 50 per cento delle importazioni extra-europee verso l’Ue viene dalla nazione di Putin.