Il tasso di disoccupazione giovanile si è attestato al 27,6% a luglio 2011 e al 27,9% in tutto il 2010. Lo comunica l'Ocse nel suo Employment Outlook, in cui spiega che la crisi ha «pesantemente colpito i giovani italiani» tra i 15 e i 24 anni, il cui tasso di disoccupazione è aumentato di 9,7 punti percentuali, passando a 28,9% nel mese di aprile 2010, e da allora è diminuito di soli 1,3 punti percentuali, attestandosi a "uno dei più alti tassi" tra i Paesi dell'area. Per i Paesi Ocse, il tasso medio di disoccupazione giovanile è stato del 15,7% nel 2010.Secondo l'organizzazione internazionale con sede a Parigi, nel primo trimestre del 2011 in Italia c'erano 72mila dipendenti con contratto a tempo indeterminato rispetto a un anno prima e ciò «suggerisce che una legislazione troppo rigida sulla tutela dell'occupazione può aver aiutato il Paese a contenere l'impatto sul mercato del lavoro della recessione, ma ora scoraggia l'assunzione e quindi ostacolando la ripresa». L'Ocse sostiene che «al fine di promuovere la creazione di posti di lavoro e di diminuire la dualità" con i contratti a termine, "dovrebbe essere prevista una riforma dei contratti di lavoro».