Dopo quanto tempo un telefono o un televisore possono essere considerati "vecchi"? Due anni, uno, forse anche sei mesi? La tecnologia continua a cambiare pelle, reinventarsi e superare le sue intuizioni passate: il tempo diventa relativo e una generazione tecnologica non resiste ormai che un paio d’anni.Le cassette Vhs, i floppy disk o i cd oggi sembrano oggetti di un’altra epoca e in molte case già non ne esistono più. Anche il cellulare, che nell’ultimo decennio ha rivoluzionato il modo di comunicare, sembra ormai destinato ad andare in pensione. Almeno nella versione che abbiamo imparato a conoscere in questi anni: le telefonate sono diventate quasi un accessorio, al loro posto sono arrivate le applicazioni, la messaggistica istantanea, la geo-localizzazione. Gli smartphone, i supertelefonini intelligenti, hanno mandato in soffitta anche le tastiere, trasferendo tutto su uno schermo touch (tattile). Stesso copione per i televisori: schermo piatto e digitale oggi non bastano più: le tv di ultima generazione sono dei terminali iperconnessi.A cambiare velocemente, però, sono anche i prezzi. Le novità arrivano sul mercato, inseguendosi a distanza di pochi mesi: le differenze fra il "nuovo" e il "vecchio" modello spesso sono minime, ma un telefonino o una tv superati dalla loro versione più aggiornata, in poco tempo possono costare qualche centinaio di euro in meno.Qualche esempio? La tv Samsung C8000 da 40 pollici, arrivata sul mercato a marzo 2010, costa ufficialmente 1.499 euro. In molte catene e su Internet la si può però trovare anche a poco più di 1.000 euro. Il motivo? Samsung sta per lanciare la «smart tv» D8000 (la versione da 40 pollici dovrebbe costare circa 1.800 euro) che, rispetto al modello precedente, introduce il wi-fi integrato per la navigazione in Rete, l’accesso a tutte le applicazioni tipiche del web e una cornice ridotta a soli 5 millimetri. Altro esempio, il televisore Bravia NX710 di Sony: a Natale costava circa 1.600 euro; tre mesi dopo; per avere in casa il 3D (con trasmettitore e occhialini), predisposizione wi-fi e il design minimalista «monolitic», ne bastano – si fa per dire – 1.400. Superato dall’arrivo imminente dell’NX720, che ha wi-fi integrato, navigazione web e video, possibilità di chiamate via Skype e via dicendo.Un’instabilità dei prezzi ben visibile anche tra gli smartphone: l’Xperia X10 che un anno fa costava 500 euro, oggi è in vendita a meno di 400. Anche uno dei modelli di punta della coreana Samsung, il Galaxy S, si può trovare nella prima versione "datata" 2010 a 499 euro. Un prezzo ridotto perché a breve arriverà nei negozi il nuovo Galaxy S II con sistema operativo aggiornato e che può essere usato per fare pagamenti wireless: novità che lo fanno costare 600 euro.La bulimia di nuovi prodotti e modelli costantemente iniettati sul mercato, sta contribuendo a far nascere – soprattutto in Rete – un bazar dell’usato hi-tech. Un mercato che alla fine genera profitti interessanti anche per gli stessi produttori, che con i prezzi "in saldo" dei loro modelli più vecchi riescono a raggiungere una massa ancora non fidelizzata. Non stupisce quindi come, poco prima dell’arrivo del nuovo iPad 2, fosse partita una corsa al ribasso del "vecchio" modello per smaltire i magazzini e conquistare quelle porzioni di clientela potenzialmente interessata al dispositivo, ma che al tempo non era disposta a pagarlo a prezzo pieno. Ad esempio il modello base dell’iPad 1, solo wi-fi e 16 Gb di memoria, si poteva acquistare fino a qualche giorno fa a 379 euro. Nuovo di zecca, ma con uno sconto di 120 euro rispetto al prezzo di solo una manciata di mesi fa.Tante novità che rischiano di svuotare il portafoglio o – in altri casi – di spingere gli acquirenti a temporeggiare rinviando l’acquisto, creando un cimitero di innovazione considerata morta prima ancora del tempo. Con distese di prodotti da smaltire, riciclare o, magari, rivendere su eBay. Aspettando l’ultima novità. O la prossima offerta.