Non è un semplice gesto di preoccupazione per le sorti del Paese, ma il rientro dalle vacanze anticipato alla fine della mattinata invece che in serata, del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, assume una vera e propria caratura istituzionale: l’avvio di una procedura democratica che il "Colle" vuole quantomai rapida ed allo stesso tempo corretta, nel segno della coesione e rapidità d’azione per varare una manovra, attesa dall’Europa, che sia anche equa.Non a caso il Capo dello Stato chiede al premier Silvio Berlusconi, al sottosegretario Gianni Letta e al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, di ricevere nero su bianco il decreto in tempo utile per esaminarlo come dovuto e non essere costretto ad una firma affretta per farlo comparire subito in Gazzetta Ufficiale. Il presidente esercita poi la sua moral suasion per chiedere ai leader dell’opposizione Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, ricevuti al Colle separatamente, che non vi sia nessuna forma di ostacolo che ritardi l’iter del provvedimento. Pur restando ferma la necessità di un confronto aperto a tutte le forze politiche e alle parti sociali, l’invito è ad assumersi le proprie responsabilità in questo passaggio cruciale per il Paese. Sia da Bersani che da Casini il presidente riceve una risposta positiva. Il segretario del Pd, comunque, avrebbe anche sottolineato che il primo passo tocca al governo. «Deve fare la sua, non possiamo farla noi», avrebbe notato, illustrando nel merito le proposte del suo partito per incidere sulla spesa, evitare la falcidia delle agevolazioni assistenziali e fiscali, facendo pagare maggiormente a chi ha di più, ed avviando al contempo riforme strutturali.Anche il governo si misura con la richiesta di rigore procedurale e di rispetto degli impegni europei venuta dal "colle", tant’è che il Consiglio dei ministri si terrà probabilmente oggi. C’è anche un lungo e cordiale colloquio con il presidente del Senato, Renato Schifani che ha assicurato al Capo dello Stato «la piena disponibilità di Palazzo Madama ad un esame immediato del provvedimento urgente sulla manovra economica». In particolare la seconda carica della Repubblica ha garantito che le competenti commissioni del Senato potranno cominciare l’esame del provvedimento subito dopo Ferragosto e l’aula iniziarne la trattazione già dai primi giorni di settembre. Una tabella di marcia che Schifani conferma poi direttamente a Tremonti che in serata si reca a Palazzo Giustiniani per illustrare al presidente del Senato le linee della manovra. Al termine del colloquio con Napolitano, probabilmente riferendo il pensiero del Colle, Schifani sottolinea che le misure dovranno essere frutto di «un confronto aperto tra tutte le forze politiche e sociali». In questo senso Napolitano, nel colloquio con il premier, ha sollecitato il governo a proseguire il confronto e le opposizioni a mostrare lo stesso senso di responsabilità espresso per la manovra di luglio.Quelle avviate ieri sono in sostanza vere e proprie consultazioni, infatti oggi Napolitano vedrà Gianfranco Fini, sia come presidente della Camera, che come leader di Fli, e anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano. Tra i molti contatti già avuti ieri, c’è anche quello con il presidente di turno dell’Anci, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.