sabato 30 luglio 2016
Siena non supera l'esame dell'Eba, l'autorità bancaria europea. Ma il progetto di rilancio ottiene il via libera della Banca centrale (Bce).
Banche, Mps ultima in Europa. Ma ok al piano
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Che sarebbe arrivato il via libera della Bce al piano di messa in sicurezza di Mps era facilmente intuibile già prima dell’ufficialità, giunta poi in serata. Primo indizio: il titolo in Borsa è volato, registrando a fine seduta un rialzo del 6,28%. Seconda spia: l’ottimismo diffuso che si è respirato sull’asse Siena-Francoforte per tutta la giornata, dominata da un consiglio d’amministrazione fiume di Piazza Salimbeni. Terzo elemento: il Cda ha scartato la proposta alternativa giunta alla vigilia e frutto della condivisione d’intenti di Corrado Passera e del colosso svizzero Ubs.In effetti è andata proprio come l’andamento delle ore precedenti al verdetto lasciava presagire. La Banca centrale europea ha approvato il piano di salvataggio di JpMorgan e Mediobanca per Mps. Parere positivo, dunque, all’aumento di capitale da 5 miliardi per riuscire a vendere 10,2 miliardi di sofferenze nette (che corrispondono a 27,7 di sofferenze lorde) tramite cartolarizzazione a cui parteciperà anche Atlante 2. Di fatto, il placet dell’Eurotower ha alleviato la delusione (ampiamente prevista) per la bocciatura contenuta nell’esito degli stress test, con il Cet1 (il patrimonio di base di un istituto) che andrebbe addirittura in negativo al -2,44%. Ma l’ok della Bce rende la stroncatura delle 'pagelle' dell’Eba superata dall’evolversi della situazione, visto che le simulazioni in caso di scenari economici molto negativi dell’Autorità bancaria europea sono effettuate sui bilanci del 2015. Come da previsione, inoltre, promossi gli altri quattro istituti nazionali coinvolti. Voti brillanti per Intesa Sanpaolo. Ma sotto sforzo se la sono cavata bene anche Banco Popolare e Ubi. Fa più fatica Unicredit, il cui Cet1 scenderebbe al 7,1%. Per gli altri Paesi, molto male Raiffesein, Banco Popular e due banche irlandesi. Tornando a Mps, invece, il piano andrà implementato. Sempre ieri è stato firmato l’accordo per il pre-consorzio a garanzia dell’aumento di capitale. Dell’organismo faranno parte, oltre ai 'coordinatori' Jp Morgan e Mediobanca, anche Santander, Bofa Merrill Lynch, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank e Goldman Sachs. L’aumento da 5 miliardi, da varare entro la fine di quest’anno, compenserà i maggiori accantonamenti e le perdite da cessione di sofferenze. Tale mossa permetterebbe a Montepaschi di anticipare le richieste della Bce sulla quantità ingente degli Npl (crediti non performanti) da smaltire da qui al 2018. La separazione delle sofferenze avverrà attraverso la creazione di un veicolo in cui gli Npl verranno divisi in varie tranche a seconda del loro livello di rischiosità. La tranche senior (formata da crediti più sicuri) sarà venduta sul mercato nei successivi mesi e potrà avvalersi della Gacs (il sistema di garanzia statale). La tranche mezzanina (quella media) verrà ceduta ad Atlante 2. Mentre la tranche junior (quella composta da crediti più problematici) verrà distribuita agli azionisti Mps in una sorta di dividendo in natura, le cui modalità tecniche sono ancora allo studio. Per la cessione dei 10 miliardi di Npl si ipotizza un prezzo medio attorno a 30-32% del valore nominale, livello che porterebbe per Mps a una perdita inferiore ai 2 miliardi. Intanto l’Ad Viola parla di «soluzione definitiva» e il ministro Padoan esprime soddisfazione per «un’operazione di mercato che rafforza la posizione patrimoniale della banca e la libera completamente dai crediti in sofferenza».
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