lunedì 23 gennaio 2012
Al tavolo con le parti sociali sulla riforma del lavoro il governo ha presentato un documento in cinque punti: tipologie contrattuali, apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali e servizi per il lavoro. Stretta sulla cassa integrazione: uso limitatissimo e solo quella ordinaria. Il ministro Fornero: chiudere in 3-4 settimane. I sindacati: l'articolo 18 non si discute. Marcegaglia: incontro positivo.
E adesso avanti di Francesco Riccardi
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Sulla riforma del mercato del lavoro il governo intende agire in tempi brevi e "in modo strutturale". È questa la posizione emersa dall'incontro di oggi con le parti sociali a Palazzo Chigi. L'esecutivo ha presentato a sindacati e Confindustria un documento in cinque punti per la riforma del mercato del lavoro: tipologie contrattuali, apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali e servizi per il lavoro. "Servono buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro", ha detto il presidente del Consiglio, Mario Monti.STRETTA SULLA CASSA INTEGRAZIONETra le novità più eclatanti della bozza c'è una stretta sulla cassa integrazione: la riforma del mercato del lavoro allo studio del governo prevede un uso limitatissimo della Cig, e solo di quella ordinaria nei casi in cui si possa rapidamente riprendere il lavoro. Tutti gli altri ammortizzatori riguarderebbero interventi dopo il licenziamento con indennità risarcitorie.IL GOVERNOIl governo non procederà per decreto ma chiede che i tempi del confronto siano brevi. Spero, ha aggiunto Monti, che si riesca a non ridurre il messaggio che mandiamo sulla riforma del mercato del lavoro solo al tema dell'articolo 18. È necessario chiudere il confronto sulla riforma del lavoro in 3, 4 settimane, ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. La riforma, ha aggiunto, si farà insieme alle parti sociali avvalendosi del coordinamento del governo. "La riforma degli ammortizzatori sociali è un capitolo importantissimo, ma dobbiamo considerare anche con lo stato dei conti e le poche risorse che abbiamo".I SINDACATILa crescita non si determina con nuove regole del mercato del lavoro. Questa è la posizione dei sindacati al termine del primo confronto tra Governo e parti sociali sulla riforma del mercato del lavoro. Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno infatti ribadito la loro contrarietà a discutere di articolo 18 e hanno invitato il Governo a non procedere con colpi di mano, come, hanno aggiunto il sindacati, è accaduto per la riforma delle pensioni.Sulla riforma del mercato del lavoro "occorre procedere con molta cautela", ha detto Raffaele Bonanni, leader della Cisl, al tavolo tra parti sociali e Governo. "Dobbiamo rassicurare il mercato del lavoro cercando soluzioni che non dividano ma uniscano. Siamo disponibili a discutere della revisione degli strumenti, ma senza rompere la necessaria coesione sociale". Sulle tipologie contrattuali Bonanni ha poi sottolineato: "Possiamo lavorare insieme su strumenti che hanno trovato già il favore di tutti come l'apprendistato per i giovani, migliorando questi strumenti. Sappiamo tutti che c'è un uso improprio di alcuni istituti come le partite Iva. Per questo la strada è quella di alzare la contribuzione per evitare questo dumping del mercato del lavoro". E a proposito dell'articolo 18: "Chiediamo al governo di non pensare di procedere a colpi di mano perché altrimenti la musica cambia".Per la leader della Cgil, Susanna Camusso, si è trattato di un incontro "propedeutico" ma "utile" per chiarire al governo che "la storia che abbiamo alle spalle è stata utile e non c'è bisogno di cancellarla per riadattarla a chissà quali soluzioni. Non ci possono essere scelte unilaterali su questo"."Temo che il metodo suggerito dal Governo possa favorire il disastro", ha commentato il leader della Uil, Luigi Angeletti. "La definizione delle soluzioni - ha aggiunto - deve essere il prodotto di un confronto negoziale vero". "Credo che le parti sociali siano in grado di risolvere l'80% dei problemi - ha spiegato Angeletti -. Se il Governo ha un approccio sussidiario, è utile. Se fosse il contrario, ci si incamminerebbe verso un disastro politico. Temo che il metodo suggerito possa favorire il disastro: la definizione delle soluzioni deve essere il prodotto di un confronto negoziale vero".CONFINDUSTRIAQuello di oggi con il Governo sulla riforma del mercato del lavoro è stato un incontro "positivo". Lo ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, aggiungendo che ora le parti sociali terranno un incontro tra di loro per rtovare una posizione comune. "Abbiamo deciso di vederci tra di noi - ha detto la Marcegaglia - per scambiarci opnioni.Da parte nostra c'è l'idea di lavorare, prima ancora che il tavolo venga riconvocato, su posizioni condivise da tutte la parti sociali". "Non si è parlato di articolo 18 - ha detto la Marcagaglia - però si è parlato di flessibilità in generale e quindi di flessibilità in entrata e in uscita".PERPLESSITA' PDL "È ragione di fortissima perplessità il fatto che si seguano due criteri diversi per ciò che riguarda le liberalizzazioni e ciò che riguarda la riforma del mercato del lavoro. Nel primo caso la massima velocità e urgenza, con un decreto malgrado la complessità, l'eterogeneità e la corposità della materia, nel secondo caso un disegno di legge in tempi inevitabilmente assai lunghi. Comunque sulle liberalizzazioni noi siamo in linea di principio favorevoli, ma è evidente che - decreto o non decreto - alcune materie richiedono modifiche". Lo afferma in una nota il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto.
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