venerdì 20 maggio 2016
Presentata la ricerca durante il V convegno nazionale Rusan Giovani generazioni e lavoro in sanità.
«Millennials insoddisfatti dell'impiego, ma non rassegnati»
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Durante la manifestazione Exposanità (18-21 maggio; Bologna Fiere), in occasione del convegno Rusan, sono stati presentati i risultati della ricerca “Millennials e mondo del lavoro” alla presenza della ministra per la Semplificazione e la PA Marianna Madia.         Dallo studio presentato nell’ambito di Exposanità da Rusan, il Centro di eccellenza nazionale per il monitoraggio ed il miglioramento della qualità del Capitale Umano nelle Aziende Sanitarie e Sociosanitarie, pubbliche e private, che mette insieme e confronta le più recenti ricerche fatte su questo tema in Italia e nel mondo industrializzato, emerge un quadro piuttosto preoccupante del rapporto millennials (cioè la generazione di persone comprese fra i 16 e i 36 anni) e lavoro.Infatti da un lato l’Italia è in ritardo rispetto all’occupazione dei giovani nelle aziende (solo il 22% degli occupati sono millennials contro, per esempio, il 29% di UK) dall’altro i (pochi) giovani occupati sembrano non essere per niente soddisfatti del loro lavoro (il 29% di loro è scontento dell’attuale lavoro; il 44% è scontento della retribuzione inadeguata, 2 su 3 programmano di cambiare lavoro).Ma il profilo che esce dalla ricerca non è quello di una generazione rassegnata, tutt’altro, i giovani sono assetati di apprendimento, vogliono crescere velocemente, ricercano un feedback continuo dai propri superiori, sono mobili e pronti a muoversi (il 61% è disponibile ad espatriare ed il 7% lo farà già nel 2016), accettano lavori anche di qualifica più bassa o non retribuiti pur di potere entrare nel mondo del lavoro (25% di loro), ricercano organizzazioni che siano in sintonia con i propri valori, sono evoluti tecnologicamente e desiderosi di dare subito un contributo importante.Piuttosto sembrano essere le organizzazioni (e i loro capi) non preparate ad interagire efficacemente con questa generazione di lavoratori così differente da quelle che l’hanno preceduta; del resto sono i primi digitali-nativi, abituati ad avere tutte le informazioni a disposizione ed alla velocità di un clic.Ma quali sono le motivazioni che spingono i millennials nella scelta di un lavoro? Al primo posto, con il 17%, troviamo lo sviluppo, inteso come crescita personale. Seguono i risultati (16%), l’aspetto economico (15%) e la sicurezza del lavoro (14%).Il prof. Marco Rotondi,  ha quindi concluso la presentazione della ricerca fornendo alcune indicazioni di buone pratiche per costruire ambienti lavorativi adatti ad accogliere e motivare anche questa generazione di lavoratori secondo il modello consolidato del Wellness Organizzativo.
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