Reiventarsi un lavoro. Dopo averlo perso alla soglia dei 50 anni. Per di più a Napoli. Detta così può sembrare un’impresa più difficile della remuntada della Roma sul Barcellona. Ma come mercoledì sera ai giallorossi, anche a Rosanna Bazzano e Giovanni Liscio è pienamente riuscita. Marito e moglie - 49 anni lei, 47 lui - insieme con l’unica figlia, Miriam, ventiduenne, nel 2014 si ritrovano senza lavoro, perché lo studio di perito assicurativo, che Giovanni ha ereditato dal padre e dove lavora anche Rosanna (che a sua volta qualche anno prima ha visto chiudere l’azienda in cui era responsabile amministrativa) ormai è largamente insufficiente a sostenere economicamente la famiglia. Che si fa, dunque?
«Noi - spiegano i due coniugi - abbiamo scelto di valorizzare le nostre passioni e le nostre abilità». Così è nato Il tempo del vino delle rose, caffè letterario nella centralissima piazza Dante a Napoli. Il nome è tratto da un verso di Omar Kayamm, poeta persiano del XII secolo. La sostanza è che nell’impresa sono confluite, come sottolineano Rosanna e Giovanni, «le cose che sappiamo fare». Cuoca e poetessa la moglie (cinque i volumi al suo attivo), abile nelle pubbliche relazioni il marito. Nel 2015 il locale viene inaugurato e la 'ricetta' è semplice: servire i buoni piatti della tradizione napoletana insieme a serate letterarie di ottimo livello in una città che è sempre stata una capitale della cultura. In questi tre anni sono nati gli incontri di poesia del mercoledì, la manifestazione 'Tutte le stelle di Dante' – che ha già ospitato scrittori come Wanda Marasco, Silvio Perrella, Diego De Silva, Antonella Cilento e Vladimiro Bottone – e anche una rassegna comica collocata con umorismo tutto partenopeo ai primi di novembre: 'Morire dal ridere'. «Non poteva chiamarsi diversamente », scherzano Rosanna e Giovanni.
Risalire la china non è stato facile. «Abbiamo avuto un finanziamento europeo - spiega la coppia - e poi ci siamo indebitati con amici e parenti. Altri amici come i poeti Bruno Galluccio e Antonietta Gnerre ci hanno dato una mano sul piano della consulenza artistica. Insomma, è stata una vera e propria sfida, ma siamo felici di averla tentata». Come dire che non sempre vince lo 'squadrone' della invincibile disoccupazione. Spesso a passare il turno sono tenacia e buone idee.